Macron riformula Bruno Roger-Petit, il suo consigliere presentato come il “mago della dissoluzione” – Libération

Macron riformula Bruno Roger-Petit, il suo consigliere presentato come il “mago della dissoluzione” – Libération
Macron riformula Bruno Roger-Petit, il suo consigliere presentato come il “mago della dissoluzione” – Libération
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Info Libe

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Per cercare di porre fine all’idea di aver agito sotto l’influenza di un “gabinetto nero” nello sciogliere l’Assemblea, il Presidente ha deciso di prendere le distanze dal suo essenziale ma contestato “consigliere della memoria”, presente al suo fianco dal 2017.

Nei giorni scorsi, nei corridoi dell’Eliseo, quando Bruno Roger-Petit incontra un’anima buona che gli chiede come sta, il consigliere sospira: “Andiamo.” Risposta poco convinta, al passo con i tempi. All’inizio della settimana, su D + 8 da quando Emmanuel Macron ha annunciato lo scioglimento dell’Assemblea nazionale, se a Palazzo ce n’è ancora qualcuno per convincersi che è possibile evitare il naufragio del 7 luglio, in realtà, niente sta andando bene. Soprattutto per l’essenziale “consigliere per la memoria” del Presidente della Repubblica, ha affermato “BRP”, in servizio al suo fianco dal 2017.

È la storia di una piccola crisi nella debacle generale, che la dice lunga sul risentimento delle truppe nei confronti di Emmanuel Macron e della sua cerchia ristretta. Un risentimento che cova già da tempo, attraverso domande su forma e sostanza, tra un potere troppo verticale e un potere vagante lungo la linea politica. E che è scoppiata definitivamente all’alba del 12 giugno, con la pubblicazione di un articolo su

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