“È come un disoccupato”, Guillaume Meurice racconta il suo licenziamento da Radio France

“È come un disoccupato”, Guillaume Meurice racconta il suo licenziamento da Radio France
“È come un disoccupato”, Guillaume Meurice racconta il suo licenziamento da Radio France
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Guillaume Meurice parla del suo licenziamento al termine di un video di Konbini pubblicato mercoledì. “Dalla scuola elementare fino all’espulsione da France Inter, compresa la presentazione del suo libro a Parigi”, i media hanno seguito il comico nella città di Jussey, nell’Alta Saona (Franca Contea), dove è cresciuto.

In conclusione del rapporto, la sanzione di Radio France è appena stata ufficializzata. “È come un disoccupato”, scherza Guillaume Meurice. Sono stato licenziato, lo sanno in molti adesso. Poiché hanno ben poco da rimproverarmi poiché (…) il pubblico ministero ha archiviato le denunce contro di me senza ulteriori azioni, Radio France è stata costretta ad accumulare un certo numero di pretesti piuttosto vaghi come “mancanza di lealtà”, “strumentalizzazione dell’antenna” per scopi personali””.

“Non hanno rispettato la legge”

Riguardo alla “mancanza di lealtà”, spiega che la radio pubblica ha citato brani del suo libro, Nell’orecchio del ciclone (Soglia). “Hanno detto che avevo denigrato Sybile Veil, hanno citato in particolare un passaggio in cui la paragonavo a una CPE [conseiller principal d’éducation], questo la dice lunga su ciò che pensano dei CPE”, insiste. Spiega inoltre che, riguardo all’utilizzo dell’antenna per scopi personali, la direzione ha accennato al fatto che avrebbe ripetuto lo scherzo “per vendere libri mentre[il n’a] mai parlato [son] prenotare [ses] cronache”. “Quando non possono fare riferimento alla legge poiché la legge mi ha dato ragione, trovano altri mezzi. Forse Radio France perderà davanti al tribunale del lavoro contro di me perché non ha rispettato la legge”, conclude.

Guillaume Meurice è stato licenziato martedì da Radio France per “condotta grave”. La presidente del gruppo pubblico, Sibyle Veil, lo accusa di “reiterata slealtà” dopo aver ripetuto alla fine di aprile le sue polemiche osservazioni sul primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, pronunciate per la prima volta alla fine di ottobre. Lo ha paragonato a una «specie di nazista ma senza prepuzio», cosa che ha scatenato accuse di antisemitismo e una denuncia, infine archiviata senza seguito. Ciò è valso anche a Radio France un avvertimento da parte dell’Arcom, l’ente regolatore del settore audiovisivo.

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