Con Eric Antraygues, la valle del Viaur e le gole dell’Aveyron vengono trasposte, come con un colpo di bacchetta magica, nel delta del Mississippi. L’accento del sud, il suo, il nostro, arrotola la “r” più di quanto canti il roast beef “yogurt” di questa Lousiana con la falsa aria d’Italia magnificata da Nino Ferrer. Ed è forse lì, dalla parte dell’immigrato di Montcuq nel Quercy, che possiamo ritrovare la propensione per la canzone francofona del nostro amico Eric Antraygues. Lui che, da quando aveva diciassette anni e poco più, ha realizzato intavolature per Dadi, Atkins, Grossman e altri maestri del finger picking scegliendo il motivo per cui suona. Ma senza mai perdere di vista i nostri vecchi e buoni classici, sempre rivisitati con l’aiuto delle sue dita infuocate, della canzone francese. Nel firmamento c’è Brassens, il Sétois, creatore di rime e scale. Quella grazie alla quale abbiamo disegnato i primi accordi canticchiati. Il viaggio essenziale del chitarrista secolare che si unirà anche, tra alcuni (ma non tutti), The Fox-Terrier, Moustaki, l’altro Georges, e alcune pepite come Souchon, Manset, Cristiani e Deraime blues. Tutto un repertorio di cui gli Antraygues del paese di Najacois non si soffiano le labbra con il rovescio della manica.
Libera da molti vincoli, colei che ha suonato al fianco di Vivoux, Sharons Evans, creatrice dei gruppi Zentreprises Zintimes, Kap Blues e altri, propone uno spettacolo completo di canzoni francofone e di brani strumentali fatti in casa o rivisitati. Questo venerdì 22 novembre dalle 21 si esibirà al Piccolo.
Allo stesso tempo, impartisce lezioni di chitarra nel territorio dell’ex cantone di Najac e nel vicino Tarn-et-Garonne (accompagnamento musicale, pennata, principiante e avanzato). Ingresso 8 euro.