“Una strada a Mosca”, le rondini e la rivoluzione russa

“Una strada a Mosca”, le rondini e la rivoluzione russa
“Una strada a Mosca”, le rondini e la rivoluzione russa
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Pubblicato il 14 maggio 2024 alle 04:03. / Modificato il 14 maggio 2024 alle 04:04.

Pubblicato a Losanna, presso L’Age d’homme, nel 1973, questo capolavoro della letteratura russa del 1929 era diventato introvabile in francese. Una strada a Mosca, di Mikhaïl Ossorguine (1878-1942), riappare a Noir sur Blanc nella “Bibliothèque de Dimitri”, con una traduzione riveduta. Ci porta a Sivtsev Vrajek, una strada tranquilla di Mosca. Un famoso ornitologo vive con la nipote Tanioucha in una casa dal tetto di lamiera. La domenica sera, un compositore, Edouard Lvovitch, viene a suonare il pianoforte per una cerchia di amici.

La Russia dell’inizio del XX secolo fu scossa dalla Prima Guerra e poi il vecchio ordine fu rovesciato dalla rivoluzione del 1917. Il romanzo riesce a catturare, con ferocia e ironia, e anche con umanità, questo periodo profondamente travagliato. Di questa modesta casa e dei suoi abitanti si vede tutto, ma anche i topi che si nascondono sotto i suoi pavimenti, i tarli che la rosicchiano o le rondini che tornano a ripararvi ogni primavera.

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