al festival Animasia risplende la cultura coreana

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lQuando si entra nell’immenso padiglione del quartiere fieristico, a nord di Bordeaux, tutti i sensi si saturano quasi all’istante. Mentre lo sguardo viene catturato dalle enormi insegne colorate all’ingresso, grida e applausi incitano cantanti e ballerini nelle vicinanze. Più avanti, tavolate di famiglie o amici gustano piatti tradizionali mentre altri partecipano a sessioni di arti marziali.

Lungo le corsie della festa sono soprattutto le centinaia di travestimenti e costumi di ogni tipo ad attirare l’attenzione. Presentano tutti un personaggio immaginario della cultura pop. Se questi mostri pelosi o queste eroine armatissime riescono a sorprendere i curiosi poco informati, sono soprattutto il simbolo di una mentalità propria di questo piccolo mondo: ognuno può essere ciò che vuole, “senza giudizio degli altri”, sorride una ragazzina. con i capelli rosa confetto.


  • Molti visitatori erano vestiti da personaggi di fantasia.

    Guillaume Bonnaud/SO


  • Al festival ognuno può essere quello che vuole.

    Guillaume Bonnaud/SO

  • Molti visitatori erano vestiti da personaggi di fantasia.


    Molti visitatori erano vestiti da personaggi di fantasia.

    Guillaume Bonnaud/SO

Hallyu, l’importazione culturale della Corea del Sud

Per la ventesima edizione, gli organizzatori di Animasia si riconnettono al loro primo amore: il Giappone e la sua cultura. «Inizialmente trasmettevamo cinema d’autore a Pessac. Nel 2005 abbiamo ricevuto 700 visitatori in due giorni. Avevamo paura di perdere l’autenticità del nostro approccio. Ma oggi abbiamo vinto tutto: l’atmosfera è davvero bella”, dice Damien Beigbeder, cofondatore del festival. Ma dietro le fantasie suscitate dal Paese del Sol Levante, negli ultimi anni se la passa bene un’altra nazione: la Corea del Sud. Il fenomeno ha anche un nome preciso: «È hallyu, che definisce tutto il soft power, tutto l’importanza culturale sudcoreana a livello internazionale», precisa il quarantenne.

Una parte del festival è inoltre dedicata proprio a questa cultura coreana. L’atmosfera è paradossale. Da un lato c’è il palco “Mansae”, dove coreografie ad alta energia, quiz rumorosi e concerti si svolgono davanti a un pubblico affollato. Poi, a pochi metri di distanza, stand linguistici, gioiellieri e pasticceri onorano l’artigianato e il savoir-faire del paese.

Questo artista crea a mano custodie per telefoni e auricolari.


Questo artista crea a mano custodie per telefoni e auricolari.

GUILLAUME BONNAUD/SO

Un successo clamoroso tra i più giovani

Dietro uno degli espositori Axel Dietrich conferma questo crescente successo. È a capo dell’Hanguk, un’associazione studentesca del dipartimento coreano dell’Università di Bordeaux-Montaigne, e ha visto il suo numero di membri “raddoppiare” rispetto allo scorso anno. “ Abbiamo avuto 70 iscrizioni in due giorni all’inizio dell’anno scolastico”, spiega il giovane da sopra gli occhiali, “l’università quest’anno ha aperto anche un secondo corso di laurea coreano”.

Un po’ più lontano, l’associazione KDM (K-pop Dance Move) di Bordeaux vende foto di star del K-pop e propone prove per abiti tradizionali. Ma non è questa la loro attività principale: “dal 2011 teniamo lezioni di danza attorno al K-pop”, spiega Claudia Mihindou, segretaria dell’associazione e principale insegnante di danza. “Organizziamo due corsi a settimana e organizziamo uno stage a trimestre. Tutto è sempre completo! »

Come spiegare che la cultura coreana possa scatenare così tanto le passioni? “Guardate il mio stand”, nota Claudia Mihindou, indicando lo stormo di giovani davanti ai suoi cataloghi. “Si è formata una nuova generazione, in particolare grazie ai gruppi BTS e Black Pink. Basta guardare la frequenza alle mie lezioni: prima erano soprattutto gli studenti delle scuole superiori a conoscere bene questo mondo. Ora ricevo chiamate da genitori per bambini di 8, 9 anni! »

Per Damien Beigbeder questo trionfo si spiega anche con una lenta scomparsa del modello giapponese in alcuni ambiti: “Per manga e anime, il Giappone rimane il numero uno. Ma quando si tratta di musica e serie, la Corea del Sud schiaccia tutto. Penso che una parte del pubblico si sia spostata verso le produzioni coreane”.

Il programma di domenica 13 ottobre

Ricco anche il programma della festa Animasia di questa domenica. Il centro espositivo apre le sue porte dalle 10:00 alle 18:00 e offre il resto delle gare di danza K-pop dalle 10:15 alle 12:15, poi un concerto di musica anime dalle 12:30 alle 13:15 un’altra dalle 15:30 alle 16, prima di concludere in bellezza la festa con una sfilata di cosplay (costumi di personaggi di fantasia), dalle 16:15 alle 17:45 Convegni culturali sulla yakuza, maschere giapponesi o tatuaggi ancora tradizionali sono previsti anche durante tutta la giornata.

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