da Trieste a Lecce, una fuga lungo il mare Adriatico

da Trieste a Lecce, una fuga lungo il mare Adriatico
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VIAGGIO IN TRENO DEL MESE – Dai confini slavi dell’Italia al suo profondo sud passando per Venezia, il nostro itinerario ti invita in un grande viaggio lungo la costa adriatica, più riservata del Mediterraneo.

Lontano dall’Italia da cartolina, Roma, il Colosseo e la Toscana, viaggiare in treno lungo il Mare Adriatico suggerisce un’immagine completamente diversa del paese. Partendo da Trieste, dove l’Italia confina con la Slovenia, prendiamo diverse linee, costruite in tempi diversi, poi nazionalizzate all’inizio del XX secolo. La creazione della rete triestina verso Venezia fu così intrapresa prima dagli austriaci, poi completata dagli italiani quando i territori acquisirono il controllo nazionale.

Proseguendo verso sud giungiamo ad Ancona, capoluogo delle Marche. Da lì, il treno non si allontana quasi dalla riva e flirta con gli ombrelloni su una linea costruita negli anni Sessanta dell’Ottocento da una società privata, come avveniva allora nella maggior parte delle regioni dell’Italia in fase di unificazione. Oggi ci si arriva a bassa velocità a bordo dei vagoni dei treni regionali oppure a 250 km/h comodamente seduti in un sedile del Frecciarossa, il treno italiano ad alta velocità. Al capolinea, Lecce, la capitale barocca del Salento, attende i viaggiatori più pazienti.

Se volessimo fare questo viaggio tutto d’un fiato, impiegheremmo nove ore e mezza, senza contare il cambio necessario alla stazione di Venezia Mestre. Ma ciò significherebbe perdere le bellezze della costa. Tanto vale prendersi il tempo necessario per assaporare ogni tappa di questo lungo viaggio che dura da una settimana a dieci giorni. Fermandoci per una nuotata o una passeggiata nei centri storici delle città che attraversiamo, possiamo intravedere questa diversità dell’Adriatico mescolata con le culture slovena, bizantina e greca.


Il nostro itinerario

Trieste, nei suoi fasti neoclassici ereditati dall’Impero Autro-Ungarico, ha una bellezza malinconica, cullata dall’Adriatico e risvegliata dalla bora, vento violento proveniente da Nord-Est. Da piazza Unità d’Italia, aperta sul mare, la passeggiata si snoda attraverso l’ex ghetto, salendo a San Giusto, cattedrale arroccata su un’altura. Disseminati per tutto il centro, i suoi caffè storici sono un felice rifugio, dove sorseggiare un Capo in B (una sorta di cappuccino) in una cornice Belle Époque. Prendendo un trenino costiero potrete fare una gita di un giorno al Castello di Miramare, capriccio neogotico di Massimiliano I.

La Serenissima Repubblica di Venezia non c’è più, ma il suo lungo regno sull’Adriatico, così come il suo passato di città mercantile, hanno lasciato numerose vestigia in città. Per convincercene, durante una passeggiata nel suo dedalo di strade, visitiamo la Scuola Dalmata, fondata nel XV secolo dalla comunità dalmata e decorata dal Carpaccio. Non lontano da lì, la chiesa di San Giorgio dei Greci è la più antica chiesa ortodossa della diaspora. All’altra estremità della città, il Fondaco dei Turchi dove erano ospitati i mercanti turchi, ci trasporta verso altri lidi.

Cattedrale di San Ciriaco ad Ancona.
Andrew Mayovskyy – stock.adobe.com

La lunga e monotona costa marchigiana si interrompe ai piedi di Ancona, dove si erge il Monte Conero. Fondata dai Greci di Siracusa nel IV secolo a.C., la città si annida attorno al suo porto, brulicante di attività sulle banchine dei traghetti in partenza per l’Albania e la Grecia. Dominando la città, la cattedrale dedicata a Cirico di Gerusalemme (Duomo di Ancona o Basilica Cattedrale Metropolitana di San Ciriaco) permette di osservare questa attività tra i due leoni marmorei del portico.

Unico porto del Molise, regione poco conosciuta del sud, Termoli è un adorabile villaggio con case color pastello avvolte attorno alla sua cattedrale romanica. All’ingresso del paese, il Castello Svevo costruito dai Normanni e rimaneggiato dall’imperatore Federico II testimonia già la mescolanza culturale che ha plasmato Termoli. Località balneare riservata, potrete fare il bagno ai piedi dei bastioni, sulla spiaggia di Sant’Antonio. Dal suo porto ci si imbarca anche sull’aliscafo per l’arcipelago delle Tremiti, che sembra galleggiare su acque traslucide.

Il capolinea è lì, alle porte del Salento, questo tacco di stivale dove i Greci hanno lasciato un dialetto, griko, parlato in una manciata di comuni. A Lecce l’italiano e il barocco regnano sovrani, anche dopo cinque secoli di dominazione bizantina, risalente al Medioevo. Scolpite nella bella pietra bionda, le facciate delle chiese erette nel XVII secolo sono traboccanti di bassorilievi. Un vero e proprio merletto da cui emerge una folla di Santi, da ammirare presso la Basilica di Santa Croce.

La stazione più meridionale della costa adriatica è quella di Otranto, 30 km dopo Lecce.
Jacek Sopotnicki / malajscy – stock.adobe.com

In realtà la stazione più meridionale della costa adriatica è a Otranto, una trentina di chilometri dopo Lecce. Per arrivarci, devi essere un po’ motivato. Gestita dalla società Ferrovie del Sud Est, la linea prevede un’ora e quaranta minuti di viaggio con coincidenza a Maglie. È tanto per una distanza così breve, ma dalle mura di Otranto sei ricompensato con una vista mozzafiato sulle montagne albanesi oltre il mare.

Informazioni utili

Tutti i biglietti devono essere prenotati sul sito ufficiale Trenitalia (trenitalia.it) o ​​app. Per i treni regionali i prezzi sono fissi anche se acquisti il ​​biglietto all’ultimo minuto. A bordo è obbligatorio effettuare il check-in tramite l’app Trenitalia. Finché non hai effettuato il check-in, puoi comunque modificare la data e l’ora del tuo viaggio.


IN VIDEO – Sistemi di rifornimento di ossigeno, vagoni pressurizzati… Quali sono le particolarità del treno più alto del mondo?

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