Nicolas Repac rivisita la storia del jazz e la sua

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Nicolas Repac, presso L'Atelier & Beyond, a Parigi, 3 giugno 2024. EMMA PICQ

“Il campionatore è una macchina per il riciclaggio. Una cosa ha avuto un'esistenza, e tu gliene offri un'altra, gli offri una reincarnazione, in un certo senso.” Seduto al tavolo di un bar nel 18° arrondissemente arrondissement, a Parigi, stazione della metropolitana Lamarck-Caulaincourt, non lontano da casa sua, Nicolas Repac parla del suo strumento creativo preferito, a pochi giorni dall'uscita, il 13 settembre, del suo nuovo album, Grammofoniaun magnifico affresco sonoro senza tempo. Musicista, chitarrista, arrangiatore e produttore, compagno di viaggio di Arthur H per oltre venticinque anni e anche cantante, cantautore e performer nel tempo libero – La Città (Etichetta Blu, 1997)La ruota panoramica (Dischi Deluxe, 2007)) –, Ribadisce quanto il campionatore abbia rivoluzionato la sua vita: “Con lui tutto è possibile, è una specie di estrattore di sogni.”

Nel 2004, con Altalena-altalena (Nø Førmat!), un album fatto di prestiti, tra le altre cose, dal jazz delle big band di Harlem degli anni '20 e '30, è stato uno dei primi artisti pubblicati dalla giovane etichetta Nø Førmat!, creata quell'anno da Laurent Bizot, allora impiegato nel dipartimento legale della Universal Jazz. Nø Førmat!, celebra quest'anno il suo 20° anniversario, in particolare con una serie di concerti in tutta la Francia di artisti del suo catalogo.

Dopo la pubblicazione Scatola nera (2012), un'opera realizzata a partire da registrazioni di canzoni di prigionieri afroamericani catturati dal musicologo Alan Lomax (1915-2002), poi Rapsodico (2021), per il quale aveva attinto alle raccolte di musica tradizionale di Charles Duvelle (1937-2017), e a diversi album dell'etichetta prodotti per i cantanti Mamani Keita, Dobet Gnahoré, il musicista e cantante Abou Diarra, Repac sognava di dare un seguito a Altalena-altalena.

Album “Fripe Jazz”

Questo anniversario di Nø Førmat! ha fornito il pretesto. Vent'anni dopo, ecco Grammofonia, “film sonoro con molti fantasmi”un album di « “negozio dell’usato jazz, con l’idea di riciclare la musica come vecchi vestiti che possono ancora essere usati”. Repac evoca il jazz di ieri e dell'altro ieri, lo scat, il doo-wop (The Mills Brothers, Jabbo Smith, The Cornets, il pianista Phineas Newborn Jr, il contrabbassista Yves Rousseau, il sassofonista Simon Spang-Hanssen), ma anche la canzone francese (Adamo, Elise Caron, Sophie Rockwell), il compositore Sergei Prokofiev, la Banda Municipal de Santiago de Cuba che rilegge Schubert.

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Molto più di un'estensione di Altalena-altalenasi tratta dunque di uno stupefacente caleidoscopio musicale intessuto di leggerezza, gioviale… e malinconico allo stesso tempo. “Volevo raccontare una storia, è questo che mi interessa nei miei dischi, attraverso la musica che mi piace, ho un amore per il jazz delle big band, di questo vecchio suono che va dai grammofoni al pick-up della mia infanzia. Ma è anche un album legato alle emozioni che stavo vivendo e che la vita mi ha fatto vivere negli ultimi anni.” A volte aveva bisogno, dice, di inserire qualcosa di più lento e melodico.“qualcosa che mi somiglia”.

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