L'ex presidente Fujimori divide ancora la società peruviana

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La bara dell'ex presidente peruviano Alberto Fujimori viene portata davanti al Museo della Nazione il 12 settembre a Lima, Perù. SEBASTIAN CASTANEDA / REUTERS

Erano migliaia, giovedì 12 e venerdì 13 settembre, in coda fuori dal Ministero della Cultura per rendere l'ultimo omaggio ad Alberto Fujimori, l'autocrate che guidò il Paese tra il 1990 e il 2000, morto mercoledì all'età di 86 anni. Intorno alla bara esposta al pubblico nella sala Nazca dell'immenso edificio in cemento in stile brutalista, il figlio Kenji, in lacrime, si appoggiava alla sorella Keiko. « Cinese! Cinese! » – il soprannome dell’ex presidente, chiamato così nonostante le sue origini giapponesi – ha gridato più volte la folla.

Il capo dello Stato, Dina Boluarte (a destra), ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale. Le bandiere sono state esposte a mezz'asta sugli edifici pubblici. “Che Dio lo conservi nella gloria e possa riposare in pace.”pubblicò il resoconto ufficiale della presidenza, prima che il leader, in giacca bianca e gonna nera, si recasse alla veglia funebre.

La decisione di dichiarare il lutto nazionale ha indignato alcuni peruviani, dato che Alberto Fujimori era stato condannato nel 2009 a venticinque anni di carcere per corruzione e per la sua responsabilità nei massacri di Barrios Altos e La Cantuta, in cui morirono 25 civili all’inizio degli anni Novanta; fatti che costituiscono “crimini contro l’umanità”aveva stabilito il presidente del tribunale.

Gravi violazioni dei diritti umani

Liberato nel 2023 con una controversa sentenza della Corte Costituzionale per motivi “umanitario” – per molti anni ha detto che era così malato che stava vivendo i suoi ultimi momenti – Nonostante l'opposizione della Corte interamericana dei diritti umani, Alberto Fujimori aveva quindi diritto agli onori dovuti “al Presidente della Repubblica in carica”.

L'ex presidente continua a dividere profondamente la società peruviana in due campi inconciliabili. Per alcuni, è lui che ha combattuto il terrorismo e smantellato l'organizzazione maoista Sendero Luminoso, che ha fatto sprofondare il Perù nel terrore durante gli anni '80 e '90, e ha salvato il paese dal disastro economico, con tassi di inflazione di circa il 5.000% annuo quando è salito al potere.

Per altri, è l'autocrate che ha organizzato un colpo di stato nel 1992 sciogliendo il parlamento e governando per decreto per mesi, che ha commesso gravi violazioni dei diritti umani nella sua lotta contro il terrorismo e che ha spazzato via i servizi pubblici e fatto esplodere la povertà con il suo piano di austerità neoliberista, il “Fujish”.

Nemmeno una parola per le vittime

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