albero indebolito per Le Cam, foil danneggiato per Herrmann

albero indebolito per Le Cam, foil danneggiato per Herrmann
albero indebolito per Le Cam, foil danneggiato per Herrmann
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Globo della Vandea

Hanno lasciato Les Sables d’Olonne domenica 10 novembre per fare il giro del mondo. Dopo 67 giorni di regata, i velisti sono stanchi ma le barche soffrono e sulla via del ritorno in Vandea compaiono delle rotture. Il primo della giornata è stato Jean Le Cam a rompere lo strallo J2 (cavo che sostiene l’albero nella parte anteriore) come ha fatto mercoledì Paul Meilhat. “È una situazione davvero sorprendente”, ha detto lo skipper di Tout Begin en Finistère – Armor Lux.

A 4.500 miglia dal traguardo, Le Cam ha intrapreso una noiosa riparazione. La vela associata a questo strallo, la J2 (vela maestra che permette la bolina) permetteva di trattenere l’albero in caso di rottura dello strallo grazie agli ancoraggi in cima e in fondo all’albero. L’idea di arrotolarlo perfettamente per rimanere al suo posto ed evitare inutili tensioni.

Il Cam ha deciso di installare altre due vele, la J3 (vela da brezza) e la FRO (vela di prua piccola) che fissa l’albero. Il Finistère resta in corsa. Non potrà più combattere con le stesse armi durante la risalita dell’Atlantico. Il suo obiettivo è favorire una traiettoria nelle migliori condizioni possibili, per raggiungere Les Sables d’Olonne.

Collisione con un Oani per Boris Herrmann

Poche ore dopo, è stato lo skipper tedesco Boris Herrmann ad annunciare di aver rotto il foil di sinistra in seguito ad una collisione con un Oani (oggetto o animale non identificato) avvenuta nella notte tra mercoledì e giovedì alle 3:31 accumulata sul Malizia Seaexplorer che aveva già avuto problemi con la vela. Mentre navigava a più di 13 nodi al largo delle coste del Brasile, il foiler ha urtato il foil: lo skipper sta bene e la barca può proseguire la sua rotta ma ovviamente in modalità degradata. Dopo aver consultato la sua squadra, lo skipper valuta se è possibile ritrarre e fissare il foil. Se così non fosse, potrebbe tagliarlo per preservare la sua barca, un’operazione complessa e dispendiosa in termini di tempo, che Thomas Ruyant ha effettuato quattro anni fa. “È un’altra giornata difficile. Ma potrebbe sempre andare peggio. La barca è salva, io sono illeso e continuiamo”. Puntato in decima posizione, vuole finire il suo giro nonostante manchino 2.700 miglia al traguardo.

Francia

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