Sistema sanitario italiano in pericolo, secondo un’indagine – Euractiv FR

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Il sistema sanitario nazionale italiano è sotto esame da parte di autorità regionali, scienziati e un premio Nobel, che mettono in dubbio la gestione del sistema da parte del governo sulla scia della crisi di Covid-19, nonché la mancanza di finanziamenti.

Come evidenziato in un recente rapporto della Corte dei Conti italiana per il Parlamento, il finanziamento sanitario in Italia ha raggiunto il livello più basso degli ultimi 17 anni. Il rapporto rivela anche un calo significativo del fondo sanitario nazionale rispetto a paesi come Germania e Francia.

Più nel dettaglio, il rapporto tra spesa sanitaria e Pil è aumentato dal 6,8% al 6,3%, e si prevede che rimanga stabile per i prossimi due anni. In confronto, la media OCSE e UE è del 7,1%, mentre Francia e Germania sono intorno al 10%.

Il dibattito sul finanziamento della sanità è andato oltre le semplici differenze politiche per diventare un potenziale conflitto istituzionale tra le autorità regionali e il governo centrale italiano.

Nel corso di un’audizione sulle misure previste dal Piano nazionale di risanamento e resilienza (Pnrr), il 4 aprile, la Conferenza delle Regioni ha dato un ultimatum al governo per abrogare l’articolo che riduce di 1,2 miliardi di euro previsto per il finanziamento degli ospedali per le misure di sicurezza nel caso di terremoto, pena il ricorso alla Corte Costituzionale.

Il giorno prima, 14 tra i più importanti scienziati italiani, tra cui il premio Nobel Giorgio Parisi e il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, avevano firmato un appello per la tutela e il rilancio del sistema sanitario nazionale.

Hanno evidenziato il declino di alcuni indicatori sanitari, la crescente difficoltà di accesso ai servizi diagnostici e terapeutici e l’aumento delle disuguaglianze regionali e sociali. Hanno inoltre insistito sull’urgenza di portare il finanziamento sanitario agli standard dei paesi europei avanzati, con un obiettivo dell’8% del PIL.

Lo ha spiegato in un’intervista a Euractiv Italia il premio Nobel Giorgio Parisi “Molto spesso l’Italia si è mossa nella stessa direzione degli Stati Uniti. Sarebbe disastroso se lo stesso accadesse alla sanità. Negli Stati Uniti non esiste un servizio sanitario nazionale, tutto è lasciato al settore privato”.

“Il Servizio Sanitario Nazionale non solo consente a tutti i cittadini di esercitare il diritto di accesso alle cure sanitarie, costituzionalmente garantito, ma rappresenta anche uno scudo contro irragionevoli aumenti dei costi sanitari”Ha aggiunto.

Elena Granaglia, professoressa e membro del Forum sulle disuguaglianze e la diversità, ha detto a Euractiv Italia che l’appello degli scienziati è stato un campanello d’allarme per il governo, il parlamento e i cittadini.

Ha avvertito che senza finanziamenti pubblici adeguati, il sistema sanitario universale italiano, vitale per il Paese, rischia di crollare. “Se si riducono i finanziamenti pubblici, l’unica alternativa è la crescita dei finanziamenti privati: come dimostra l’evidenza empirica, la sanità privata costa di più, crea disuguaglianze e aumenta i rischi di mismatch”ha indicato.

A condividere queste preoccupazioni è la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, il cui presidente Filippo Anelli, in un’intervista a Euractiv Italia, ha sottolineato l’importanza di dare priorità all’assistenza sanitaria in tempi di crisi.

Ha sottolineato gli investimenti negli operatori sanitari, compresa la lotta alla stagnazione salariale e il miglioramento delle condizioni di lavoro per trattenere i talenti e arginare l’esodo dei medici verso altri paesi (in cinque anni, quasi 40.000 di loro se ne sono andati).

Anelli ha inoltre chiesto di eliminare i limiti alle assunzioni e di rendere più attrattivo il Servizio sanitario nazionale per garantirne la sostenibilità e l’efficacia nel soddisfare le esigenze sanitarie dei cittadini.

[Édité par Anna Martino]

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