(Questo articolo è stato originariamente pubblicato nel numero speciale di Paris Match “Mitterrand Intime”, pubblicato il 1 maggio 2021.)
Tutto inizia con uno di quei consigli che trasformano la caccia allo scoop in un giorno fortunato, cosa che piace ai paparazzi. Sulla scia degli “star bracos” emergono, infatti, informatori di fortuna. E a volte per caso. Questo è il caso di questa mattina del settembre 1994…
Non solo Pascal Rostain e Bruno Mouron (i capi dell’agenzia Sphinx), una coppia senza rivali nell’esercizio del buon nascondiglio, hanno la conferma che François Mitterrand ripara la sua famiglia morganatica – passata per leggenda metropolitana – in un “palazzo ” della Repubblica, quai Branly, ma apprendono che Mazarine, figlia nascosta del presidente, ha mantenuto gli ormeggi della sua infanzia, rue Jacob, nel cuore di Saint-Germain-des-Prés.
Un’esistenza già nota ai giornalisti
Figlia di Anne Pingeot, un’alverniata di (molto) buon lignaggio, e di François Mitterrand, covata dal Gruppo di Sicurezza Presidenziale (GSPR) del comandante Prouteau, Mazarine è oggetto di più di una fantasia. Come se fosse in rilascio (molto) controllato, è cresciuta sotto il sigillo del segreto di Stato.
Lanciandosi la sfida di svelare questo segreto, Jean-Edern Hallier, letterato e bardo dei grandi venti, eternamente rifiutato sui gradini dell’Accademia di Francia, tira fuori la penna per stanarne la bellezza. A parte “The International Idiot”, una tempesta letteraria in cui coltiva tonnellate di inimicizia (e problemi legali), “Edern” ha deciso di dare la caccia all’innocente Mazarine. Nella sua faretra, le sue piume sono frecce.
Il resto dopo questo annuncio
Preceduto da Jack Lang al posto del Ministero della Cultura per il quale era candidato (senza molte possibilità, è vero), ha composto un opuscolo il cui titolo vuole essere una vendetta letteraria: “L’onore perduto di François Mitterrand. » Diciannove editori lo rifiutarono. Ma ora Philippe Alexandre, voce dolcemente beffarda sulle onde radio di RTL, prende discretamente il sopravvento e perfeziona un “Impossible Plea” di alta qualità.
Dal mistero di Mazarine, che ha già ispirato il romanzo di Françoise Giroud – “Le Bon Plaisir”, pubblicato da… Mazarine, nel 1983 – e ha alimentato le cene nella città del triangolo d’oro parigino, la rivelazione della doppia vita di Mitterrand n’è altro che sia questione di settimane o addirittura di giorni…
Sono finiti i tempi in cui solo il settimanale satirico di destra “Minute” e il mensile “Le Crapouillot” stuzzicavano la curiosità della classe mediatica con i loro velati reportage fotografici. Mazarine, è vero, allora era minorenne. E sconosciuto ai più. Flashback…
Rintraccia uno scoop per raccoglierne un altro
Tra nascondigli e filande, Sébastien Valiela e Pierre Suu, collaboratori dell’agenzia Sphinx, tracciano le tracce di Isabelle Adjani che il suo fidanzato britannico, l’attore Daniel Day-Lewis, ha appena lasciato. La sua malinconia post-rottura è un vantaggio per la stampa delle celebrità. Quindi eccoli qui, che passeggiano avanti e indietro sotto le sue finestre, rue de Varenne. Ben presto un negoziante li vede.
Li prende per agenti di polizia:
“Siete poliziotti?
– No, fotografi. »
Grande sorriso della signora:
“Che fortuna! Mio figlio sogna di diventare giornalista. Te lo presento?
– Certamente signora. »
Il giovane aveva appena teso loro la mano quando lo sentirono dire:
“Stai cercando Mazzarino? »
Come i vecchi cacciatori di immagini, fingono innocenza:
“Mazzarino? Vuoi dire?…. – Sì, Mazarine, la figlia nascosta di Mitterrand. »
Senza saperlo, ferrando la bella Isabelle, riportano qualcosa di pesante, pesantissimo addirittura, come si dice in gergo. Insomma, lo scoop degli scoop.
Il resto si svolge in una gara di monitoraggi a lungo termine, spinning classico, azzardi e venature più o meno fortunate fino al giorno in cui… È il 21 settembre. Una certa eccitazione agita le strade che costeggiano Saint-Germain-des-Prés. Questi passanti frettolosi sembrano comparse di un film poliziesco. In effetti, sono veri poliziotti.
21 settembre 1994: l’inseguimento per le strade di Parigi
Ed ecco la stessa Mazarine, con i capelli raccolti in una crocchia che rivela l’ovale del viso. Seguita da Ali, dal suo compagno, gamba ingessata, zoppicante, e da un amico, si precipita su un’auto subito circondata da una 205 bianca senza contrassegni e da un furgone GSPR. Sébastien e Pierre salgono sul loro scooter e seguono il corteo: rue Jacob, rue de l’Université, fino all’Assemblea nazionale.
Poi prosegue a piedi verso Les Invalides. Valiela prende il comando, Suu la segue a distanza, su due ruote. È stato vedendo la sagoma massiccia di Pierre Tourlier, il cocchiere di François Mitterrand, parcheggiato davanti al ristorante Divellec, che i paparazzi hanno intuito l’importanza dell’incontro.
Nessun dubbio: Mazarine raggiunge il padre, amante dei frutti di mare e del pesce nobile, che frequenta questo ristorante stellato, uno dei locali frequentati da tutti i politici parigini. I due cacciatori di scoop, armati di un potente teleobiettivo da 1.200 mm, si sono subito piazzati sulla terrazza del terminal dell’Air France, dall’altra parte del piazzale, per osservare la loro preda… Sono tutti sulla balaustra, per un’ora e mezza, preoccupata per le pattuglie della polizia sui motorini, ma anche, che bloccano la visuale, per gli autobus che fanno la fila davanti alla porta del ristorante.
Secondo un rituale prestabilito, Mazarine parte davanti a sua madre, Anne Pingeot, arrivata in bicicletta. Poi ecco Michel Charasse, ex ministro e amico intimo del clan. Momento miracoloso in cui, sotto lo sguardo dello chef bretone Jacques Le Divellec, in grembiule, la famiglia “misteriosa” si riunisce. I fotografi scattano. Banco! E’ nella scatola.
Presenta le foto a Paris Match
Con discrezione, i loro capi, Pascal Rostain e Bruno Mouron, hanno sviluppato le incredibili foto in un servizio fotografico anonimo, avenue George-V. Poi si presentano al Paris Match con stampe di piccole dimensioni, 9 x 15 centimetri. Da Michel Sola, caporedattore delle foto, a Patrick Jarnoux, responsabile delle notizie, lo stupore.
Poi arriva la volta di Roger Thérond, il regista emblematico, soprannominato “l’occhio” dalla professione. Chiude il cerchio lo stesso Daniel Filipacchi, titolare della testata – e del gruppo stampa –, sempre giornalista nell’animo fin dai suoi esordi al Match. Perché è giunto il momento della “responsabilità di pubblicare”. O no.
Lo si sappia all’Eliseo
Si tratta innanzitutto di adottare un approccio non ufficiale, per poter dire, poi, che all’Eliseo “si sapeva”. Viene fissato un appuntamento con Roland Dumas, avvocato e litigante, ex ministro di Stato, amico intimo del presidente. Di fronte a lui, Frank Ténot, numero 2 del gruppo e astuto negoziatore d’affari. Un pranzo li riunisce a Le Pichet, rue Pierre-Charron, proprio sotto le finestre della redazione. Al tavolo 7, fuori dalla vista, a sinistra entrando, lo stesso dove talvolta il presidente siede a un tavolo con i suoi figli o amici, Ténot e Dumas iniziano la discussione attorno a uno Château Ducru-Beaucaillou, un Grand Cru Classé di Saint -Julien, a Bordeaux.
Da una busta di grande formato, Ténot tira fuori una manciata di foto, creando in Dumas un impercettibile movimento di imbarazzo. Quest’ultimo si rende presto conto che la pubblicazione di queste foto rischia di scatenare uno scandalo nella famiglia Mitterrand ma anche nell’opinione pubblica. Dubita che il presidente sarà in grado di affrontarlo. Infatti, si sta riprendendo da un’operazione all’ospedale di Cochin. È ancora indebolito. Frank Ténot argomenta semplicemente: “Se non siamo noi, verrà fuori altrove… Sicuramente, verrà fuori. »
Ne ho abbastanza! La mia privacy è stata attaccata. Fai un rinvio.
François Mitterrand
I due uomini si separano in una sorta di vicolo cieco, pieno di cose non dette. Più tardi, Dumas ha confessato la reazione spontanea di François Mitterrand: “Ne ho abbastanza! La mia privacy è stata attaccata. Fai un rinvio. » Dumas valuta i pro ei contro: un giudizio sommario contro il Paris Match e il segreto Mitterrand-Mazarine si trasformano subito in una questione di Stato! Non così semplice…
Chiede consiglio a Robert Badinter, altro amico ed ex ministro della Giustizia di François Mitterrand, che rimane senza parole: “Affrontatelo! » Quanto alla presidente della Corte Suprema di Parigi, lei risponde: «Sequestrare un giornale è fastidioso, non crede? »
Infine, riesumando una dichiarazione dello stesso François Mitterrand – “Non dovremmo mai sequestrare un giornale o attaccare un giornalista”, durante il processo a Jacques Laurent nel 1965, poi processato per il suo opuscolo “Mauriac sous de Gaulle” –, Roland Dumas fa marcia indietro. Gioca la carta della negoziazione, amichevolmente, e cita il fatto che Mazarine, una giovane studentessa, deve superare gli esami di ritorno a scuola.
L’informazione circola a Parigi. Chi ha scattato le foto rischia di offrirle ad altri.
Frank Tenot
Il tempo passa, infatti. Paris Match non pubblica nulla. Anche Dumas non dice più niente. Né sì né no. Daniel Filipacchi e Frank Ténot prendono il suo silenzio per un tacito accordo, soprattutto perché una piccola frase, emersa da dietro le quinte dell’Eliseo, sta facendo il giro della redazione: “La stampa sa quello che deve fare”, rapidamente attribuita a Mitterrand, che non lo ha mai negato.
Dopo qualche avatar tranquillo, lo spettro della pubblicazione torna prepotente. Dumas, un po’ imbarazzato, richiama Ténot, che risponde deciso: “Senti, la notizia circola a Parigi. Chi ha scattato le foto rischia di offrirle ad altri. È meglio padroneggiare l’argomento che sopportarlo e vederlo apparire senza peso. » Così Stéphane Denis, giornalista e scrittore, viene affidato a un’ambasciata di cortesia.
Successivamente, Roger Thérond mi ha incaricato di contattare Paulette Decraene, la segretaria di fiducia del presidente. La chiamo di sabato a casa sua perché la data di pubblicazione è ormai imminente. L’incontro è al bar dell’hotel Le Bristol. Come Frank Ténot davanti a Roland Dumas, cinque settimane prima, emissario di Match, avevo consegnato una busta confidenziale al fedele collaboratore. All’interno ci sono le foto di Mazarine e di suo padre, ovviamente.
10 novembre: pubblichiamo
Da quel momento in poi, François Mitterrand ammette che il conto alla rovescia è iniziato. A Match resta da trovare la finestra di tiro ideale. Il direttore del giornale sceglie il giorno di Ognissanti. Per quello ? Per beneficiare del giorno festivo, un martedì. Risultato: nessun rischio di rinvio quel giorno e nessuna necessità di embargo sul numero in fase di stampa.
La mezza dozzina di pagine dedicate, al di là di un commovente resoconto sulla malattia del presidente, sono “confezionate” di nascosto, in un appartamento che mi era molto familiare, al 9 di rue Lincoln, con una redazione ultraridotta: tre persone, compreso il direttore artistico. Giovedì, giorno della pubblicazione. La foto di Mazarine e suo padre appare sotto il logo del Match. Il presidente, solo, con il volto serio e scavato che occupa gran parte della prima pagina. Il titolo, “Mitterrand e sua figlia”, e i sottotitoli, “La commovente storia di una doppia vita. Foto: la tenerezza di un padre”, scatta. La Francia è sbalordita e il giornale è stracciato.
Di fronte alla rivelazione di questo segreto di famiglia, François Mitterrand, rilassato, mostra una sincera serenità. Avrà questa frase: “È come la psicoanalisi. » Roland Dumas, come rassicurato a sua volta, chiarisce il suo pensiero: “L’oggetto dell’analisi è il confronto della persona interessata con la realtà. Quindi quella era la realtà. »
E i paparazzi in tutto questo? Rivelata in piena luce, anche a sua insaputa ma in definitiva per la sua felicità, Mazarine diventerà quasi amica di Valiela e Suu, per la durata di un servizio fotografico, sotto il Pont-Neuf. Un’esclusiva “ufficiale” per Paris Match, otto mesi dopo, nel luglio 1995. Lieto fine.