Poco più di quattro anni fa, il 27 ottobre 2020, Donald Trump definì il suo giuramento “un giorno storico per l’America”. Giovedì Amy Coney Barrett ha effettivamente preso parte a una decisione che sarà ricordata. Ma probabilmente non quello che il miliardario repubblicano si aspettava.
È uno dei cinque giudici (su nove) della Corte Suprema americana ad aver respinto il ricorso finale degli avvocati del 45esimo e presto 47esimo presidente degli Stati Uniti nel caso Stormy Daniels. A più di sette mesi dalla sua dichiarazione di colpevolezza e nonostante i numerosi tentativi della sua difesa, questo venerdì verrà emessa una sentenza penale contro Donald Trump.
Prima del suo ritorno ufficiale alla Casa Bianca, il 20 gennaio, diventerà il primo presidente eletto nella storia degli Stati Uniti ad ereditare una condanna penale nel suo casellario giudiziario, qualunque sia la sanzione scelta dal giudice Juan Merchan. Ha già avvisato che farà ricorso.
Il rifiuto del ricorso non è certo una sorpresa da parte dei tre giudici reputati progressisti, Sonia Sotomayor, Elena Kagan – entrambe nominate da Barack Obama – e Ketanji Onyika – scelta da Joe Biden.
Anche la decisione del Presidente della Corte Suprema John G. Roberts non è così sorprendente. Pur essendo conservatore (è stato nominato dal repubblicano George W. Bush), a volte unisce il suo voto a quello dei progressisti.
Lo stupore nasce dalla scelta di Amy Coney Barrett. Perché il conservatore è stato nominato giudice federale nel 2017 dallo stesso Donald Trump, poi giudice della Corte Suprema dallo stesso uomo, durante il suo primo mandato.
VideoDonald Trump dichiarato colpevole del caso Stormy Daniels
All’epoca, nell’ottobre del 2020, il suo arrivo nella massima corte americana suscitò scalpore. Oltre a confermare l’ancoraggio a destra – cinque giudici repubblicani contro tre democratici – la sua presenza alla Corte Suprema suggerisce una svolta conservatrice per la società americana. Non è mancata, nel giugno 2022, la Corte che ha deciso di revocare il diritto all’aborto, autorizzando gli Stati a vietarlo.
Oltre alle sue posizioni anti-aborto, Amy Coney Barrett è una fervente sostenitrice del Secondo Emendamento (dedicato al porto di armi). Sposata con un avvocato e madre di sette figli, ha mosso i primi passi alla Corte Suprema come impiegata presso un giudice ultraconservatore.
Quando è tornata come giudice nell’ottobre 2020, ha promesso di tenere le sue convinzioni personali lontane dal suo lavoro. Il contrario “sarebbe un abbandono del dovere”, assicurò allora. Una regola che ha guidato la sua decisione questo giovedì?