La sinistra radicale non riesce ad approvare una mozione di censura contro il governo francese

La sinistra radicale non riesce ad approvare una mozione di censura contro il governo francese
La sinistra radicale non riesce ad approvare una mozione di censura contro il governo francese
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Giovedì la sinistra radicale non è riuscita ad approvare una mozione di censura contro il governo del nuovo primo ministro francese François Bayrou, in un contesto di instabilità politica senza precedenti in Francia da decenni.

• Leggi anche: Francia: il governo Bayrou di fronte ad una prima mozione di censura

Il testo è stato presentato dal partito della sinistra radicale La insoumise (LFI) contro il governo di minoranza formato dal centrista, che un mese fa è diventato il quarto primo ministro francese in un anno.

La mozione è stata votata giovedì sera da 131 deputati, LFI, comunisti ed ecologisti, ma non dalla maggioranza dei socialisti. Un risultato lontano dai 288 voti necessari per censurare il governo.

Mentre la Francia non dispone ancora di un bilancio per quest’anno, i deputati hanno esaminato giovedì la 150esima mozione di censura della Quinta Repubblica, regime in vigore dal 1958.

Nel PS, dopo lunghe discussioni, la decisione di non votare per la sfiducia è stata presa giovedì dalla direzione nazionale del partito dopo accesi dibattiti, secondo uno dei suoi partecipanti.

Il Partito socialista non esclude di votare per la prossima censura in sede di bilancio e ribadirà le sue “requisizioni” in questo settore nell’ambito dei negoziati con il governo.

Il Partito socialista rimane “all’opposizione” ma è “aperto al compromesso”, ha detto il capo del PS Olivier Faure.

“Guerra interna”

Il Primo Ministro aveva già annunciato la ripresa della tanto contestata riforma pensionistica e l’abbandono della riduzione di 4.000 posti di lavoro nel settore dell’istruzione nazionale. Giovedì, nel tentativo di mobilitare i socialisti, François Bayrou ha fatto delle concessioni definitive, confermando l’abbandono del progetto di prolungare il periodo di attesa – da uno a tre giorni – per gli agenti della pubblica amministrazione in caso di arresto per malattia e il “mantenimento” della proposta di imposta sui redditi alti.

François Bayrou ha accusato giovedì LFI di “aver scelto la guerra interna” per il paese e di volere che “lo scontro fosse la legge”.

“La scelta che abbiamo davanti, nella gravissima situazione che vive il nostro Paese”, è “tra il perpetuo confronto interno e il tentativo di cercare una via di dialogo, di riflessione, di compromesso, di negoziazione affinché le cose vadano avanti”. ”, ha sostenuto il capo del governo, poco prima di esaminare la mozione di censura.

Il coordinatore nazionale della LFI Manuel Bompard, dal canto suo, ha predetto la caduta del “governo infelice” di François Bayrou, così come quella del “monarca” Emmanuel Macron, nel suo discorso di censura all’Assemblea.

In una frecciatina ai socialisti, ha colto l’occasione per castigare l’“irresponsabilità” di chi vuole “aspettare ancora qualche giorno o qualche settimana” per prendere una decisione.

Bayrou ha così evitato di subire la stessa sorte del suo predecessore conservatore Michel Barnier, il cui governo è stato rovesciato dopo tre mesi da un’alleanza di deputati di sinistra e di estrema destra, senza riuscire a far approvare un bilancio.

Il 73enne centrista si sta muovendo in una scena politica frammentata derivante dalle elezioni legislative anticipate, organizzate dopo lo scioglimento a sorpresa dell’Assemblea da parte del presidente Emmanuel Macron a giugno.

Priorità: il bilancio

L’emiciclo si ritrova ora fratturato in tre blocchi: alleanza di sinistra, macronisti e centristi, estrema destra. Ma nessuno ha la maggioranza assoluta.

Ma mentre Barnier aveva tentato invano di ottenere un impegno di “non censura” da parte dell’estrema destra, François Bayrou ha scommesso sui socialisti.

Ha quindi avviato con loro intensi negoziati incentrati sulla riforma delle pensioni, che aveva provocato grandi manifestazioni nel 2023, innalzando l’età pensionabile da 62 a 64 anni.

Il partito di estrema destra Raggruppamento Nazionale (RN) aveva deciso di non aderire alla mozione di censura.

Uno dei primi sostenitori di Emmanuel Macron, Bayrou ha annunciato che il suo governo mirava a un deficit pubblico pari al 5,4% del PIL quest’anno, rispetto al 6,1% previsto per il 2024.

La Francia ha registrato la performance peggiore tra i Ventisette, ad eccezione della Romania, lontana dal tetto del 3% consentito dalle norme Ue.

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