L’esilio ha segnato la sorte dell’umanità fin dalle sue origini, come dimostrano le storie di Adamo, Eva e Caino cacciati dal Paradiso, o l’Odissea di Ulisse. Guerre e disastri hanno gettato gli uomini sulle strade. La terribile immagine di Alluvione di Antoine Carracci, con gli uomini in preda al panico, ci avverte del clima degli esuli a venire.
Imbarcati al Louvre-Lens per 20.000 posti sotto terra
Pablo Neruda ha detto bene cos’è l’esilio: “L’esilio è rotondo: un cerchio, un anello: i tuoi piedi lo girano, attraversi la terra e non è la tua terra, il giorno ti sveglia e non è tuo, viene la notte: mancano le tue stelle, ti ritrovi fratelli: ma non è il vostro sangue”.
Un magnifico dipinto di Manet mostra già una barca perduta in mezzo all’oceano.
Marco Godinho filma un uomo che strappa le pagine dell’Odissea e le getta in acqua. Miriam Cahn dipinge i migranti che annegano nel nome improprio Il nostro mare
In un video affascinante, Kimsooja si filma di spalle, carica di fardelli di esuli che avanzano lentamente per le strade di Parigi.
Barthélémy Togo ha scolpito grandi francobolli di legno come quelli dei doganieri che chiudono le frontiere.
Kader Attia, mostra il potere della riparazione: “La forza degli oggetti riparati è quella di essere impuri, ibridi. Le culture tradizionali dicono che le cose non devono essere perfette, a differenza delle nostre che privilegiano il dogma della purezza”.
La città martire
Il video dell’albanese Adrian Paci mostra gli immigrati, pieni di speranza in un altro posto, che salgono su un aereo che non arriverà.
La mostra ricorda, con uno splendido dipinto di Ford Madox Brown, i dieci milioni di lavoratori che dovettero fuggire dalla Gran Bretagna tra il 1815 e il 1914 per trovare qualcosa di cui vivere.
Molti artisti hanno sofferto l’esilio come Victor Hugo che ha scritto “Non vedrò più nulla di tutto ciò che ho amato? La sera scende dentro di me, o terra, di cui la nebbia cancella le cime, sono io lo spettro e tu la tomba?
Altri artisti vissero l’inferno dei lager, anche in Francia dove furono rinchiusi gli esuli spagnoli e poi gli “stranieri indesiderabili”. Lo testimoniano i disegni di Antoine Clavé e i dipinti di Felix Nussbaum (assente dalla mostra).
gabbiano: Persona Porto dentro di me tutti i sogni del mondo.
L’esilio è onnipresente nel 2025 con quello che l’antropologo Michel Agier chiama “accampamento”. Lo testimoniano i reportage di Mathieu Pernot, così come il film di Laura Henno che mostra il commovente dialogo tra un vecchio comoriano e un bambino a cui insegna come cercare di fuggire in un posto migliore.
Joana Hadjithomas e Khalil Joreige raccontano, come all’ultimo Kunstenfestival di Bruxelles, la vertiginosa storia di Orthosia, la città romana ritrovata e sepolta.
La mostra ritorna così nel devastato Medio Oriente con l’imponente modello dell’artista siriano Khaled Dawwa che mostra in modo sorprendente il distretto di Ghouta a Damasco, dopo il mortale bombardamento con gas sarin ordinato nel 2013 da Bashar al Assad.
Lasciamo l’ultima parola a Fernando Pessoa: “Io non sono niente. Detto questo porto dentro di me tutti i sogni del mondo. “
Nuova Galleria del Tempo
Dall’apertura del Louvre-Lens nel 2012, la Galerie du temps ne è stata il cuore: 3.000 m2 in un’unica grande sala leggermente inclinata con 250 capolavori del Louvre, risalenti al 4000 a.C. fino al 19° secolo. La Galleria ad accesso libero consente un affascinante viaggio nella storia dell’arte.
Tutti i pezzi sono stati appena modificati per la prima volta in dodici anni e altri 250 capolavori vengono esposti in una “fiume del tempo” con pezzi famosi come le quattro stagioni dell’Arcimboldo, un superbo Dio Amon, un viale di sfingi, un bambino delizioso di Goya (dipinto appartenuto a Yves Saint-Laurent), il giovane martire che galleggia nel fiume di Paul Delaroche, Amore e Psiche del Canova, ecc.
Il Louvre di Lens, una formidabile audacia premiata
Particolare cura è stata posta nel mostrare esempi di arte africana, asiatica e precolombiana. Spazio anche alle artiste donne e ad alcuni artisti contemporanei come Simone Fattal e il sudafricano Zanele Muholi che chiude il percorso con una grande scultura di una donna sdraiata.
Exiles, Louvre-Lens, fino al 20 gennaio