Riscopri l’opera di Paul Delvaux con nuovi dialoghi

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Certo, abbiamo visto e vediamo spesso le sue opere da allora, nei musei, nella sua Fondazione sulla costa belga, a Saint-Idesbald e fino alla grande mostra Surrealismo che si tiene attualmente al Centre Pompidou di Parigi che mostra Alba, un Delvaux del 1937 in prestito dal Guggenheim di Venezia.

Due mostre mostrano come i surrealisti si confrontarono meravigliosamente con il mondo

Abbiamo tutti in mente i suoi grandi dipinti che lo hanno reso famoso, a volte fino al limite del cliché, attorno ai soggetti che gli stavano a cuore e che ritroviamo in questa mostra a Liegi, organizzata per tema: stazioni vuote, treni che arrivano dal nulla, gli scheletri che assumono pose umane, le donne nude, Eros e Thanatos, le malinconiche vestali che vagano in riva al mare, il ricordo dell’Antichità con le sue rovine, il mistero e la poesia. Anche nel 2019 il museo Il mondo dei treni a Schaerbeek ha mescolato i treni storici con il mondo di Delvaux.

Paul Delvaux: The Forest Station (1960), collezione della Fondazione Paul Delvaux. ©Credito: Fondazione Paul Delvaux, SABAM 2024 Foto: Vincent Everarts

Dipinto da Warhol

Ma non si vedeva una grande mostra di Paul Delvaux da quella del 1997 al Museo delle Belle di Bruxelles. La sua opera era allora in pieno splendore; ha rappresentato il Belgio alla Biennale di Venezia nel 1968; nel 1997 si era appena tenuta una mostra di Delvaux al Grand Palais di Parigi; Nel 1981 Warhol dipinse il ritratto di Delvaux (che può essere visto all’ingresso di La Boverie). Era ancora quasi alla pari con Magritte. Da allora, quest’ultimo è salito nella stratosfera mentre Paul Delvaux è rimasto troppo confinato.

Questa mostra ci permette di rivisitare i suoi grandi dipinti ma anche di scoprire nuovi angoli per giudicare che fu un pittore importante che non può essere ridotto a un’etichetta.

Un treno può nasconderne un altro… Delvaux al Train World

Anche dal punto di vista tematico la mostra è cronologica: inizia con il primo dipinto del 1920 e si conclude con l’ultimo del 1986.

Dopo un breve periodo presso l’Accademia di Belle Arti di Bruxelles, Paul Delvaux ha continuato il suo apprendistato da autodidatta. Il viaggio inizia con i suoi dipinti ancora classici del parco Rouge-Cloître e, già, delle stazioni. Da giovane infestava la stazione del Lussemburgo a Bruxelles.

Paul Delvaux: The Reciter (1937) Collezione della Fondazione Paul Delvaux. ©Credit: Paul Delvaux Fondazione SABAM 2024 Foto Vincent Everarts

Vediamo poi come cerca la sua strada variando le tecniche.

La mostra innova aprendo nuovi dialoghi pittorici, prima con Modigliani dipingendo corpi allungati, poi con Constant Permeke e Gustave De Smet quando Delvaux fu attratto dall’espressionismo. I dipinti esposti rispondono perfettamente tra loro: un nudo di De Smet e il La signora si alzò di Delvaux.

Nel 1930 dipinse un magnifico grande ritratto pieno di malinconia di Tam, la donna di cui si era innamorato ma che i suoi genitori gli avevano impedito di sposare!

Surrealista

Dialogo anche con Ensor e Rops attorno a maschere e scheletri. E, naturalmente, collegamenti anche con i dipinti di Magritte e De Chirico. Aveva visto Mistero e malinconia di una strada di Giorgio De Chirico a Bruxelles nel 1934. Fu, come per Magritte, una rivelazione. Xavier Canonne nel ricco catalogo della mostra sottolinea ciò che Delvaux vide “un invito a confidare alla rete le proprie ossessioni e sofferenze. Lì riscoprì il gusto per l’antico, per i palazzi e le città addormentate, per le stazioni silenziose, per un mondo ghiacciato dove passato e presente si uniscono.”

Paul Delvaux si teneva lontano dai surrealisti belgi, evitando qualsiasi significato politico, deriso da Magritte che non lo apprezzava, chiamandolo talvolta “Delvache”.

inganno

Un mondo ghiacciato dove passato e presente si uniscono.

Lungo il percorso riuniamo disegni di Delvaux e Picasso. La mostra dimostra attraverso numerosi esempi che Delvaux è stato un grande designer.

L’esposizione prosegue secondo i grandi temi di Delvaux, con i suoi dipinti famosi o raramente esposti.

Ricordiamo anche che Delvaux ha saputo “scioccare” alcuni: in La visita (1939), un adolescente nudo entra in una stanza dove una donna nuda siede ad aspettarlo. A Ostenda nel 1962 l’opera fu smontata “attacco alla buona morale” e vietato ai minori di 21 anni! Nel 1954, la sua sepoltura in cui Gesù era uno scheletro portò il cardinale a chiedere il divieto della sua esposizione.

Paul Delvaux: La sepoltura (1953) La Boverie Liegi
Paul Delvaux: La Mise au tombeau (1953) La Boverie Liegi. ©Crédit Credit: Fondation Paul Delvaux SABAM 2024 Foto Vincent Everarts

“I mondi di Paul Delvaux” di cui Michel Draguet è uno dei curatori insieme a Camille Brasseur, presenta anche un’importante componente multimediale per permettere ai visitatori di entrare meglio nel mondo dell’artista, dalla ricostruzione del suo studio che permette di vedere come lavorava Delvaux, a quella di una Venere dormiente come quello che Delvaux aveva visto allo Spitzner Museum alla Foire du Midi.

La mostra è ideata e proposta dalla Fondazione Paul Delvaux di Saint-Idesbald (sta ancora pensando di venire a Bruxelles) e da Tempora che la porterà poi al museo Maillol di Parigi.

Les Mondes de Paul Delvaux, La Boverie, Liegi, fino al 16 marzo

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