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Un dipinto rinvenuto in una cantina da un rigattiere italiano nel 1962 è ritenuto un originale di Picasso – Libération

Un dipinto rinvenuto in una cantina da un rigattiere italiano nel 1962 è ritenuto un originale di Picasso – Libération
Un dipinto rinvenuto in una cantina da un rigattiere italiano nel 1962 è ritenuto un originale di Picasso – Libération
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Più di cinquant’anni fa Luigi Lo Rosso trovò per caso un dipinto in una casa di Capri e lo portò a Pompei. Decenni dopo, uno studio lo attribuisce a Pablo Picasso, rivela “Il Giorno”.

Ogni volta che passava davanti a questo dipinto, la moglie di Luigi Lo Rosso, un rigattiere italiano, lo descriveva come“orribile”. Sperava di riuscire a staccare dal muro questo dipinto che il marito aveva ritrovato in una cantina di una casa a Capri, nel 1962, e di potersene finalmente liberare. Infine venne custodito con cura in una cassaforte a Milano. Il quotidiano italiano Il giorno ha rivelato lunedì 30 settembre che questo dipinto era stato autenticato come originale da Pablo Picasso.

Secondo Il giornola storia inizia negli anni ’60. Luigi Lo Rosso scopre per caso nella cantina di una casa situata a Capri un dipinto raffigurante un volto femminile distorto e asimmetrico. In alto a sinistra della tabella è presente una firma in corsivo con la dicitura «Picasso». Ma il rigattiere, ormai deceduto, non conosce l’artista nato a Malaga, e non gli presta attenzione. Poi arrotola la tela senza particolare attenzione e la porta a casa, a Pompei. Dopo aver ricevuto una cornice di base, viene appeso alla parete del soggiorno di famiglia. L’opera rimarrà lì per più di cinque decenni.

Fu poi grazie al figlio maggiore di Luigi, Andrea Lo Rosso, che la visione di questo dipinto si evolse. È il primo a interrogarsi sull’artista dietro questo dipinto, il tutto dopo aver osservato diversi dipinti di Picasso in un’enciclopedia. Poi pensa a a “copia banale” di un’opera dell’artista. Per fugare ogni dubbio la famiglia Lo Rosso si avvale di un’equipe di esperti: vengono effettuate analisi chimiche dei materiali, confronti con altre opere e altre indagini storiografiche.

Un dipinto oggi stimato 10 milioni di euro

Dopo anni di indagini, Cinzia Altieri, grafologa e membro del comitato scientifico della Fondazione Arcadia – ente privato di diritto svizzero che si occupa di valutazioni, restauri e attribuzioni di opere d’arte – ha confermato all’inizio di settembre che la firma apposta sul dipinto era infatti quello di Picasso. Nella sua relazione, l’esperto sottolinea che la firma di Picasso “è attribuibile alla mano del maestro, e non vi è prova del suo carattere apocrifo”, vale a dire di dubbia autenticità, riferisce Il giorno. Le analisi hanno inoltre consentito di corroborare l’ipotesi secondo cui il dipinto ritrovato casualmente a Capri è uno dei numerosi ritratti di Dora Maar, poetessa e fotografa francese, amante di Pablo Picasso tra il 1930 e il 1940. Il dipinto sarebbe poi stato creato tra il 1930 e il 1936, rileva l’ Custode.

In un’intervista al quotidiano britannico, Andrea Lo Rosso ha anche confidato che la sua famiglia pensava da tempo di sbarazzarsi del dipinto. “Mia madre non voleva tenerlo, continuava a dire che era orribile” ricorda, aggiungendo che lei lo considerava a “scarabocchiare”. Uno scarabocchio che oggi vale quasi 10 milioni di euro, ndr Il giorno.

Il figlio del rigattiere che ha effettuato il ritrovamento ha contattato più volte la Fondazione Picasso di Malaga, che ha l’ultima parola sull’autenticità del dipinto. Ma finora si è sempre rifiutata di esaminare la documentazione presentata dalla famiglia Lo Rosso, a causa delle numerose richieste di questo tipo che riceve ogni giorno. Se il dipinto venisse riconosciuto dalla Fondazione, però, potrebbe valere il doppio della sua stima attuale. Andrea Lo Rosso spera di poterlo poi fare “mettilo all’asta”.

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