Questa tecnologia consente, secondo l’azienda, di “rilevare in modo specifico i contenuti generati dall’IA senza richiedere una formazione approfondita su set di dati specifici”.
Rimuovere il contenuto indesiderato
La sfida per Deezer è quella di remunere meglio gli artisti eliminando i contenuti parassiti. Le persone che li mettono online, senza essere musicisti, possono rivendicare una remunerazione, mentre solo gli account utente creati artificialmente a questo scopo le ascoltano.
“L’intelligenza artificiale continua a interrompere sempre più l’ecosistema musicale, con una quantità crescente di contenuti di intelligenza artificiale”, ha osservato il CEO Alexis Lanternier. Vuole andare oltre: “In futuro, intendiamo sviluppare un sistema di etichettatura per contenuti generati interamente dall’intelligenza artificiale e escluderlo da raccomandazioni algoritmiche ed editoriali”.
Inoltre, Deezer spiega che “mira a continuare a sviluppare le capacità della sua tecnologia per includere il rilevamento di voci generate da DeepFakes”, vale a dire imitazioni non rilevabili dall’orecchio umano.
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