Secondo un rapporto della banca centrale pubblicato giovedì, la posizione finanziaria delle banche indiane è rimasta forte, caratterizzata da una sostenuta espansione di prestiti e depositi, mentre il loro rapporto debito/Pil lordo è sceso al livello più basso degli ultimi anni.
Il rapporto tra le attività deteriorate lorde (NPA) delle banche, o la proporzione delle attività in sofferenza rispetto al totale dei prestiti, è aumentato dal 2,7% alla fine di marzo al 2,5% alla fine di settembre, il livello più basso da oltre 13 anni. ha affermato la Reserve Bank of India (RBI) nel suo rapporto intitolato “Trend and Progress of Banking”.
Secondo il rapporto della RBI, le sofferenze nette delle banche sono scese allo 0,57% del totale dei prestiti a fine settembre, dallo 0,62% di fine marzo, grazie alle maggiori riserve per perdite su crediti.
Anche la qualità degli attivi delle società finanziarie non bancarie (NBFC) è migliorata nel 2023-24 in un contesto di crescita sostenuta dei bilanci a due cifre, ha affermato la banca centrale.
Nell’ultimo anno, la RBI ha messo in guardia il settore finanziario da “qualsiasi forma di esuberanza”, ha inasprito le regole per le carte di credito e i prestiti personali, ha reso più costoso per le società non finanziarie contrarre prestiti bancari con le banche e ha imposto restrizioni sui prestiti non conformi. creditori.
Negli ultimi anni, le banche hanno anche ripulito i propri bilanci vendendo crediti inesigibili a società di ricostruzione patrimoniale o cancellandoli.
Secondo il rapporto della RBI, le loro riserve di capitale e liquidità sono rimaste ben al di sopra dei requisiti normativi, mentre la redditività è migliorata per il sesto anno consecutivo nell’anno finanziario 2023-24.
In futuro, le banche dovranno rafforzare i propri standard di gestione del rischio e di governance IT e concentrarsi sul controllo delle attività senza scrupoli, comprese le transazioni sospette e insolite, ha affermato la RBI.
Nel frattempo, per le NBFC, un approccio sconsiderato di “crescita a tutti i costi” sarebbe controproducente, ha affermato la RBI, sottolineando la necessità di solidi quadri di gestione del rischio.
I creditori non bancari dovrebbero rafforzare le pratiche di reclamo dei clienti ed evitare il ricorso a tassi di interesse usurari.