Castelnaudary. Orzo, colza, grano duro, grano tenero… È la stagione del raccolto

Castelnaudary. Orzo, colza, grano duro, grano tenero… È la stagione del raccolto
Castelnaudary. Orzo, colza, grano duro, grano tenero… È la stagione del raccolto
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La settimana scorsa i primi raccolti si sono svolti nell’arco di due giorni. Tra due giorni di pioggia, alcuni agricoltori hanno approfittato di una finestra di calma. Il bel tempo di questa settimana ha dato il via alle operazioni di raccolta.

Piccoli raccolti

I primi rendimenti indicano un piccolo raccolto. “Nell’orzo alcuni si accontentano di 50 quintali per ettaro, solo che oggi con questi non copriamo i costi di produzione: ne servono 70”, sottolinea Jean-Pierre Alaux, presidente della FDSEA. A pois, ovviamente, non è meglio. L’unico vantaggio è un piccolo bonus della PAC. Per quanto riguarda la colza, con una ventina di quintali per ettaro, siamo lontani dal traguardo, visto che per valorizzarla ne servono almeno 15 in più. Insomma, molto spesso la quantità non c’è. I motivi sono diversi, a cominciare dalla siccità che da gennaio ad aprile ha penalizzato una fase fondamentale della semina. “Mancano tre settimane di fioritura”, spiega Jérôme Barthès, vicepresidente. Altro fattore, le cicaline e gli afidi, come temevano gli addetti ai lavori. Due o tre settimane fa, Jérôme Barthès e Didier Gazel, presidente del cantone di Chaurien, sono andati a fare il punto della situazione e il tempo purtroppo dà loro ragione. Su uno degli appezzamenti visitati i danni sono stati ingenti, con soli 13 quintali di orzo per ettaro, ovvero nulla. “Il gaucho, utilizzato solo occasionalmente e parzialmente su alcuni pendii esposti, ha permesso di regolare le popolazioni di parassiti”, sottolinea David Vincent, membro dell’ufficio.

Per il grano duro speriamo in buone rese, almeno negli appezzamenti risparmiati dai parassiti. Il grano duro dovrebbe andare bene. In ogni caso la produzione sarà molto eterogenea. Dobbiamo aspettare e fare il punto del raccolto. “Nel complesso, abbiamo gli stessi buoni rendimenti di 10 anni fa, solo che non abbiamo i prezzi in faccia, con spese che sono anche esplose”, commenta a sua volta il pensionato della squadra, Henri Blanc. “Parliamo di costi di produzione e di input fitosanitari che sono catastrofici, parliamo meno di quelli legati alle attrezzature”, osserva Jean-Pierre Alaux. Parliamo anche della GNR (diesel non stradale ndr) con progressi ottenuti con una dura lotta durante le manifestazioni di inizio anno. Con, ora, il timore di un passo indietro con il prossimo governo. “Oggi l’energia costa 30 euro all’ettaro, 60 l’investimento in macchinari, 5 l’assicurazione, 25 l’autista… Tanto per contare, ad oggi i raccolti iniziati non coprono nemmeno le spese”, elencano all’unisono. E non raccontargli delle semplificazioni promesse, vedono rosso! Resta da vedere cosa riserverà il futuro al mondo agricolo e cosa farà la prossima squadra di governo.

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