USA: deterioramento meno grave del previsto nella fiducia dei consumatori

USA: deterioramento meno grave del previsto nella fiducia dei consumatori
USA: deterioramento meno grave del previsto nella fiducia dei consumatori
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L’indice dell’Università del Michigan si è attestato a 68,2 punti a giugno, in calo rispetto ai 69,1 punti di maggio, ma in aumento rispetto ai 65,6 punti della stima preliminare, pubblicata a metà giugno.

La fiducia dei consumatori americani è peggiorata meno del previsto a giugno, ma restano preoccupati per le conseguenze dell’inflazione sul loro potere d’acquisto, secondo la stima finale dell’Università del Michigan, pubblicata venerdì.

L’indice che misura questa fiducia si è attestato a giugno a 68,2 punti, in calo rispetto ai 69,1 punti di maggio, ma in aumento rispetto ai 65,6 punti della stima preliminare. pubblicato a metà giugno.

Il peggioramento è anche meno grave di quanto previsto dagli analisti, che si aspettavano 66 punti, secondo il consenso di MarketWatch.

“Anche se i consumatori erano fiduciosi che l’inflazione avrebbe continuato a moderarsi, molti hanno espresso preoccupazione per l’effetto dei prezzi elevati e del calo dei redditi sulle loro finanze personali”, ha spiegato la responsabile dell’inchiesta Joanne Hsu.

“Queste tendenze hanno controbilanciato i miglioramenti nelle prospettive a breve e lungo termine delle condizioni economiche, guidati in parte dalle aspettative di tassi di interesse più bassi”, ha aggiunto.

L’inflazione americana è scesa al 2,6% su base annua a maggio, rispetto al 2,7% di aprile, secondo l’indice PCE, favorito dalla banca centrale americana (Fed), e pubblicato venerdì. Secondo l’indice CPI, su cui sono indicizzate le pensioni negli Stati Uniti, anche questo ha rallentato, al 3,3% in maggio su un anno.

Questo cambiamento nell’inflazione potrebbe incoraggiare la banca centrale americana (Fed) ad abbassare finalmente i suoi tassi, che sono stati al livello più alto dal 2001 per quasi un anno, nell’intervallo compreso tra il 5,25 e il 5,50%. Ciò renderebbe il credito meno costoso per famiglie e imprese.

Ma la Fed aveva avvertito, durante la sua ultima riunione di metà giugno, che sarebbe stato necessario osservare diversi mesi di inflazione in calo perché questo movimento di riduzione dei tassi potesse essere lanciato.

Il suo presidente, Jerome Powell, ha stimato in particolare che l’aumento dei salari, che è una buona notizia per i portafogli degli americani, resta troppo elevato per consentire un ritorno dell’inflazione a un livello accettabile.

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