Esenzione fiscale per tutti gli under 30? La Marina ora parla di “massimali”

Esenzione fiscale per tutti gli under 30? La Marina ora parla di “massimali”
Esenzione fiscale per tutti gli under 30? La Marina ora parla di “massimali”
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Il giorno dopo uno scambio tra Jordan Bardella e Gabriel Attal sull’argomento, il portavoce della RN ha qualificato questa misura contenuta nel programma del partito per le elezioni legislative menzionando per la prima volta un possibile limite massimo.

I giovani sotto i 30 anni dovrebbero essere esentati dall’imposta sul reddito? Questa è una delle promesse del Raggruppamento Nazionale per le elezioni legislative. Una proposta che può piacere a questa fascia di età e che il partito giustifica con la volontà di impedire ai giovani di lasciare la Francia e di favorire posizioni all’estero.

Il portavoce della RN, Sébastien Chenu, ha qualificato questa idea questo mercoledì 26 giugno su LCI evocando per la prima volta un possibile limite – condizione che non figura nel programma ufficiale del Raduno Nazionale per queste elezioni.

“Possono esserci dei massimali, non saremo nella caricatura del calciatore, spetta al Parlamento decidere”, ha ammesso Sébastien Chenu.

Questo chiarimento appare come una risposta allo scambio tra Jordan Bardella e Gabriel Attal martedì 25 giugno durante il dibattito TF1. Tanto più che il portavoce della RN riprende la tesi del primo ministro che ha osservato che Kylian Mbappé, 25 anni, potrebbe beneficiare di questa misura allo stesso modo di qualsiasi contribuente sotto i 30 anni. E questo nonostante il suo stipendio stimato in 72 milioni di euro all’anno al PSG.

“Perché un lavoratore di 31 anni dovrebbe pagare le tasse e un consulente o commerciante di 29 anni dovrebbe smettere di pagare le tasse?”, ha chiesto il leader del campo presidenziale a Jordan Bardella.

Il 55% già non ne paga

Lo scopo di questa proposta ha però un obiettivo lodevole poiché l’idea della Rn è quella di impedire ai giovani laureati di andare all’estero, non per lavorare di meno, ma per guadagnare di più. Secondo l’Itrap, un think tank liberale che si batte ardentemente per i tagli fiscali, questa misura costerebbe 3 miliardi di euro alle finanze statali. Per l’Istituto Montaigne il conto si avvicinerebbe ai 4 miliardi di euro.

Ma soprattutto, secondo uno studio della società Asteres del 2022, non andrebbero a beneficio dei lavoratori a basso reddito. In effetti, solo Il 55% degli under 30 – i più modesti – rimarrebbero esclusi poiché già non pagano l’imposta sul reddito a causa delle loro scarse risorse. In un rapporto, l’INSEE indica che nel 2021, il reddito medio degli under 30 non supera i 16.500 euro quando la scala non inizia solo con 16.764 euro.

D’altro canto, con questa esenzione il 25% dei più ricchi di questa fascia d’età si catturerebbe il 95% del deficit dello Stato. Il principio dell’uguaglianza fiscale sarebbe ampiamente compromesso, come ha sottolineato Gabriel Attal al presidente della RN.

“Non sono molti i giovani sotto i 30 anni che pagano l’imposta sul reddito”, ha ammesso martedì sera Jordan Bardella al primo ministro, difendendo la misura, senza mai menzionare un tetto. “Voglio che domani i nostri ingegneri, i nostri talenti nell’intelligenza artificiale, i nostri futuri lavoratori possano avere in Francia un quadro favorevole che permetta loro di vivere e lavorare nel paese. Accetto questa scelta di bilancio”.

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