La generazione Z incompresa dai leader aziendali

La generazione Z incompresa dai leader aziendali
La generazione Z incompresa dai leader aziendali
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Il 70% dei manager intervistati ha affermato di non essere in grado di identificare le aspirazioni dei giovani sotto i 30 anni e di avere difficoltà ad aiutarli ad avanzare nel mondo degli affari.

“Meno leali”, “meno coinvolti”, “meno rispettosi”, secondo i padroni

Secondo i leader aziendali, gli under 30 hanno un diverso rapporto con il lavoro, che vedono piuttosto negativamente: il 57% dei capi pensa che i giovani siano meno coinvolti, il 72% pensa che siano meno leali e il 53% crede che siano meno rispettosi della gerarchia, rivela l’indagine.

Per continuare questo ritratto poco affascinante, il 32% dei leader aziendali ritiene addirittura che l’arrivo della Gen Z degraderà effettivamente l’organizzazione del lavoro.

Queste difficoltà nel comprendere questa generazione sono accompagnate da difficoltà di reclutamento, rileva inoltre l’indagine. Il 58% degli imprenditori dichiara di incontrare difficoltà nell’offrire remunerazioni ritenute attraenti dai giovani. I manager del settore industriale dichiarano di dover affrontare maggiormente questo problema (80%).

L’84% dei giovani afferma di avere gusto per il lavoro

Quelli sotto i 30 anni, invece, dimostrano voglia di investire nel mondo del lavoro. L’84% di loro afferma di avere gusto per il lavoro.

Il lavoro e il successo professionale sono particolarmente considerati essenziali per la loro realizzazione e felicità. In questo senso, 4 giovani su 10 si dicono pronti a lasciare il lavoro se non fosse fonte di appagamento.

Contrariamente a quanto pensano i leader aziendali, la Gen Z (60%) è interessata alle responsabilità, anche quando non fanno parte della descrizione del loro lavoro. In particolare, il 73% accetta di svolgere compiti non previsti dal contratto.

Un equilibrio essenziale tra lavoro e vita privata

La generazione Z, però, non nasconde le proprie rivendicazioni: l’80% dei giovani lavoratori ritiene che la conciliazione vita-lavoro sia essenziale. Per il 78% di loro vanno presi in considerazione anche l’ubicazione del posto di lavoro e il tempo di viaggio. Per il 77% la retribuzione e i benefit sono criteri essenziali. In particolare, il 56% rifiuta di effettuare straordinari non retribuiti.

Pertanto, la generazione Z ritiene che il movimento sia oggi essenziale per ottenere ciò che sembra loro più essenziale ed esprime una certa libertà. Secondo lo studio, i giovani sotto i 30 anni preferiscono ancora il dialogo alla rassegnazione, ma si aspettano decisioni rapide, non più di qualche settimana, prima di andare a vedere se l’erba è più verde altrove.

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