Il locatore può adeguare l’affitto all’aumento dei prezzi?

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Il locatore può adeguare l’affitto all’aumento dei prezzi?

Vera Beutler – Avvocato presso TCS

Pubblicato oggi alle 10:30

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Se l’indice dei prezzi al consumo aumenta, il locatore può aumentare l’affitto. Tuttavia, solo nel caso di un canone indicizzato l’intero aumento può essere trasferito all’affittuario.

Se il locatore desidera aumentare l’affitto, può farlo per il prossimo termine di disdetta possibile. L’aumento deve essere annunciato tramite modulo ufficiale al più tardi dieci giorni prima dell’inizio del termine di disdetta. Anche il locatore deve giustificare l’aumento dei prezzi; Di norma però il locatore non può trasferire l’intero aumento di prezzo al locatario, ma per gli affitti indicizzati la situazione è diversa.

Il proprietario può aumentare l’affitto a causa dell’inflazione

L’aumento dei prezzi è misurato dall’indice nazionale dei prezzi al consumo, che misura la variazione media dei prezzi dei beni e dei servizi necessari alle famiglie. Se l’aumento del prezzo è aumentato dall’inizio del contratto di locazione o dall’eventuale ultimo aumento del canone, il locatore può trasferire al locatario fino al 40% dell’aumento.

Regole speciali si applicano agli affitti indicizzati

Determinante per l’affitto indicizzato è anche l’indice nazionale dei prezzi al consumo. Un canone indicizzato è possibile se il locatore stipula un contratto di locazione con l’inquilino per almeno cinque anni. Il locatore deve annunciare l’aumento dell’affitto entro 30 giorni per la fine del mese.

Nel caso di un canone indicizzato il locatore può sicuramente trasferire l’intero rincaro, a condizione che ciò sia previsto nel contratto di locazione. Ma non può aumentare l’affitto durante il periodo di indicizzazione sostenendo l’aumento generale dei costi o l’aumento del tasso di interesse di riferimento. Se desidera aumentare l’affitto a causa dell’aumento del tasso di interesse di riferimento, deve farlo entro la fine del periodo di indicizzazione rispettando il termine di risoluzione concordato. Secondo una recente sentenza del Tribunale Federale, ciò vale anche nel caso opposto per l’inquilino che chiede una riduzione del canone in caso di riduzione del tasso di interesse di riferimento.

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