Cronaca internazionale: una ripresa che richiede azione

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Cronaca internazionale: una ripresa che richiede azione
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Una ripresa fragile che richiede azione

Steven Kapsos Responsabile dell’Unità Analisi Dati dell’ILO

Pubblicato oggi alle 8:16

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Il mondo del lavoro sembra a un bivio, diviso tra segnali incoraggianti e sfide persistenti. Se le prospettive macroeconomiche globali appaiono stabili, con una crescita del PIL del 3,2% prevista dal FMI per il 2024 e il 2025, le crisi geopolitiche purtroppo non hanno visto tregua. Focolai mortali di tensione persistono in Medio Oriente, in Ucraina, nello Yemen, ad Haiti e persino nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, per citarne solo alcuni, ostacolando gli sforzi del multilateralismo.

Sul fronte occupazionale, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) prevede quest’anno un tasso di disoccupazione globale al 4,9%, in leggero calo rispetto al 2023 (5%). Un miglioramento che deve essere ridimensionato perché questo tasso si traduce ancora in 183 milioni di disoccupati nel mondo, una cifra ancora troppo alta dietro la quale si nasconde una realtà più allarmante. L’ILO stima che il “gap occupazionale”, cioè il numero di persone senza lavoro ma che desiderano lavorare, raggiungerà infatti quest’anno i 402 milioni di persone.

Tra le popolazioni più colpite da questa mancanza di opportunità ci sono le donne, in particolare nei paesi a basso reddito. In queste nazioni, il deficit occupazionale raggiunge il 22,8% per le donne, rispetto al 15,3% per gli uomini. Una disuguaglianza lampante, che si aggiunge a quella retributiva: nei Paesi più ricchi le donne guadagnano in media 73 centesimi per ogni dollaro guadagnato da un uomo, rapporto che scende a 44 centesimi nei Paesi poveri.

Anche la lotta contro l’informalità sembra essere esaurita. La creazione di posti di lavoro formali non ha tenuto il passo con l’aumento della popolazione in età lavorativa. Il numero di lavoratori informali è aumentato da circa 1,7 miliardi nel 2005 a 2,0 miliardi nel 2024.

Di fronte a questi risultati, l’ILO chiede l’adozione urgente di un “approccio globale” volto a ridurre la povertà e le disuguaglianze nei mercati del lavoro. Nonostante l’adozione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile nel 2015, i progressi in questi settori sono rimasti indietro rispetto al decennio precedente.

È in questo contesto che l’anno scorso l’ILO ha lanciato la Coalizione Globale per la Giustizia Sociale, un’iniziativa volta a riunire tutti gli attori rilevanti – governi, organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori, istituzioni multilaterali, società civile – attorno ad un programma comune per promuovere la dignità lavoro. La Svizzera è uno dei 68 governi che hanno aderito a questa iniziativa, che conta attualmente più di 250 partner.

La Coalizione mira a promuovere condizioni di lavoro dignitose e a rafforzare la resilienza collettiva di fronte ai cambiamenti in corso. Di fronte ai cambiamenti tecnologici, agli shock economici e alle sfide ambientali, è essenziale ripensare i nostri modelli. Lo ha ribadito ancora una volta il Direttore Generale Gilbert F. Houngbo durante il primo Forum della Coalizione che si è tenuto ieri, giovedì 13 giugno, a Ginevra, nell’ambito della Conferenza Internazionale del Lavoro.

Solo un’azione concertata e determinata, che trascenda le divisioni, consentirà di affrontare le complesse sfide che il mondo del lavoro si trova ad affrontare. È unendo le forze e ponendo la giustizia sociale al centro delle nostre priorità che possiamo veramente affrontare le ingiustizie, le disuguaglianze e i fattori di insicurezza che dobbiamo affrontare oggi.

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