Adèle Van Reeth spiega il licenziamento di Guillaume Meurice: “Ciò non viola la libertà di espressione”

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Invitata sul set di Quotidien, la ds di France Inter Adèle Van Reeth ha dovuto spiegare ancora una volta il licenziamento di Guillaume Meurice avvenuto due giorni fa.

Di fronte a Yann Barthès, chiarisce soprattutto che la vicenda non viola la libertà di espressione della radio. “Se sono qui stasera è perché questa decisione non viola la libertà di France Inter, che dopo tutto è il canale dei comici, il canale della libertà di espressione“, introduce.

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Il 2 maggio, Guillaume Meurice è stato privato delle onde radio per aver ripetuto, qualche giorno prima, la sua battuta su Netanyahu, che gli era valsa, in particolare, un procedimento giudiziario lo scorso ottobre. Questa volta, l’11 giugno, la direzione di Radio France ha deciso di rinunciare ai servizi del comico e di licenziarlo per “condotta grave”.

Adèle Van Reeth fornisce dettagli sul licenziamento, giustificando che Guillaume Meurice non è stato sanzionato per la sua battuta, ma per il suo “atteggiamento successivo allo scherzo”. Tuttavia, ricorda che era stato sanzionato per le sue dichiarazioni sul presidente israeliano, con un richiamo all’ordine da parte della presidente di Radio France Sybile Veil. “Le polemiche si sono poi alimentate e qualche settimana fa ha deciso di ripetere il suo intervento in onda“, aggiunge.

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Sul set di Quotidien, la questione dell’atteggiamento solleva interrogativi. “Come possiamo caratterizzare il suo atteggiamento?”, si chiede Yann Barthès. “Se fosse stato punito per lo scherzo sarebbe già stato licenziato a ottobre!”, risponde Adèle Van Reeth, prima di aggiungere: “è sfiducia nei confronti dell’azienda”. Visibilmente a disagio rispetto alle domande, il ds di France Inter afferma che la decisione riguarda”slealtà” di Guillaume Meurice, e che è stata scattata dal presidente di Radio France.

Hanno subito pressioni? “Devi chiedere a Sybile Veil”, ribatte Adèle Van Reeth, visibilmente sempre più infastidita dalle domande di Yann Barthès. “È ancora pazzesco che nel 2024 una donna a capo di un potente organo mediatico debba giustificare le sue decisioni, con il pretesto di essere sotto pressione…

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