Julius Bär aumenta il patrimonio gestito all’inizio dell’anno

Julius Bär aumenta il patrimonio gestito all’inizio dell’anno
Julius Bär aumenta il patrimonio gestito all’inizio dell’anno
-

Zurigo (awp) – Il gestore patrimoniale Julius Bär ha accelerato il ritmo nei primi quattro mesi del 2024, facendo progressi nel patrimonio gestito grazie agli effetti positivi dei cambi e al buon andamento dei mercati azionari.

Tra gennaio e fine aprile, il patrimonio gestito è salito a 471 miliardi di franchi svizzeri, dopo 427 miliardi di franchi alla fine dello scorso anno, spinto dagli effetti positivi dei cambi e dal buon sviluppo dei mercati azionari, ha annunciato giovedì in una stampa la costituzione pubblicazione.

Dopo un “inizio negativo a gennaio”, gli afflussi netti di nuova liquidità hanno raggiunto 1 miliardo alla fine del periodo in esame, rispetto a afflussi di 3,5 miliardi nello stesso periodo del 2023.

Il gruppo ha rivelato anche altri indicatori di prestazione, in particolare il rapporto tra costi e ricavi, che è sceso a “quasi” il 69%, dopo il 66% circa di un anno fa. Il margine lordo dal canto suo è salito a circa 89 punti base, dopo “poco più di 92 punti” nei primi quattro mesi del 2023.

Mentre il patrimonio gestito e il margine lordo hanno superato le aspettative degli analisti intervistati dall’agenzia AWP, i flussi di cassa in entrata hanno chiaramente deluso le aspettative di 5,1 miliardi.

Gestione provvisoria

La direzione non ha emesso una nuova previsione. Finora la banca prevede tra il 2023 e il 2025 un margine ante imposte rettificato compreso tra 28 e 31 punti base e un rapporto tra costi e ricavi “inferiore al 64%”.

Di fronte alle pesanti svalutazioni registrate nell’ambito dei crediti concessi al fallito gruppo austriaco Signa, l’istituto zurighese aveva alzato il suo obiettivo di risparmio lordo a 130 milioni di franchi svizzeri in febbraio, rispetto ai 120 milioni precedenti. Quest’anno dovranno essere eliminati 250 posti di lavoro, ma allo stesso tempo il gruppo vuole assumere dai 60 ai 65 consulenti alla clientela.

L’anno scorso la banca ha visto i suoi risultati fortemente penalizzati dal caso Signa, con un utile operativo sceso del 15,9% a 3,24 miliardi. Questo calo è la conseguenza di una perdita netta su crediti di 606,3 milioni di franchi svizzeri che ha causato un ammortamento di 586 milioni e che è legata al credito inadempiente concesso all’imprenditore austriaco René Benko.

Di fronte a queste perdite, all’inizio di febbraio Julius Bär ha licenziato il suo capo Philipp Rickenbacher. Ad interim è subentrato il vicedirettore generale Nic Dreckmann ed è stata avviata una “ricerca esterna” per trovare un successore. Nessun nuovo annuncio è stato fatto su questo argomento.

al/ck

-

PREV L’economia circolare, un approccio di punta per l’agricoltura nel Delta del Mekong
NEXT Bandi da non perdere a giugno 2024