I prezzi del petrolio scendono mentre le riserve di greggio degli Stati Uniti aumentano

I prezzi del petrolio scendono mentre le riserve di greggio degli Stati Uniti aumentano
I prezzi del petrolio scendono mentre le riserve di greggio degli Stati Uniti aumentano
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AA / Istanbul / Duygu Alhan

I prezzi del petrolio sono scesi nelle contrattazioni mattutine di mercoledì sotto la pressione dei dati che indicano un aumento delle riserve di greggio negli Stati Uniti, il paese più grande consumatore di petrolio del mondo.

Il greggio Brent, punto di riferimento internazionale, è stato scambiato a 82,64 dollari al barile alle 09:31 ora locale (06:31 GMT), in calo dello 0,62% rispetto al prezzo di chiusura di 83,16 dollari al barile fissato nelle negoziazioni di martedì.

Il barile americano di riferimento West Texas Intermediate (WTI), dal canto suo, è stato scambiato a 77,88 dollari al barile, con un calo dello 0,64% rispetto al prezzo di ieri che aveva chiuso le contrattazioni a 78,38 dollari al barile.

I prezzi del barile di greggio sono stati sostenuti dai dati pubblicati martedì sera dall’American Petroleum Institute (API), che indicano un aumento delle riserve di greggio americano di 509.000 barili, mentre il mercato si aspettava un calo di 1,4 milioni di barili.

L’aumento delle riserve commerciali di greggio riflette la tendenza del mercato americano a innescare un calo dei prezzi del greggio in caso di indebolimento della domanda interna.

Ulteriori riduzioni dei prezzi del barile sono probabili se i dati della Energy Information Administration (EIA) degli Stati Uniti indicheranno più tardi mercoledì un calo delle riserve invece del previsto aumento.

D’altro canto, il rialzo del dollaro statunitense rispetto alle altre valute, aumentato dello 0,12% a 105,54 punti, ha rallentato il calo dei prezzi al barile rendendo più costoso l’acquisto di petrolio per le transazioni effettuate in valute diverse dal biglietto verde.

In un contesto completamente diverso, l’escalation delle tensioni geopolitiche sul lato palestinese del valico di Rafah a seguito degli attacchi israeliani continua a influenzare i prezzi del petrolio.

Da parte dello Yemen, il gruppo Houthi ha minacciato martedì di espandere i suoi attacchi contro il trasporto marittimo se l’esercito israeliano avesse lanciato un’offensiva contro la città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza.

“L’escalation israeliana nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania e la minaccia di invadere Rafah incontreranno una risposta yemenita e il lancio di un quarto round di escalation”, ha affermato Allama Muhammad Muftah, presidente del Comitato Supremo di sostegno all’Al-. Aqsa, guidata dagli Houthi, secondo quanto riportato dal canale televisivo Al-Masirah.

Questi sviluppi fanno temere un’escalation del conflitto in Medio Oriente, la principale regione produttrice di petrolio, che avrebbe l’effetto di riavviare la tendenza al rialzo dei prezzi del barile.

* Tradotto dall’inglese da Mounir Bennour.

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