“È giusto chiedere a chi inizia a lavorare oggi di ripagare al posto dei propri genitori? »

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LIl continuo aumento del debito pubblico francese è il risultato di decenni di successivi deficit di bilancio. Alcuni sono giustificati perché indotti dal sostegno necessario all’attività durante una crisi, come quelli del 2008 (subprime) e poi del 2019 (Covid). Ma altri no, come quelli registrati in un periodo senza crisi, tra il 2012 e il 2019.

Durante questo periodo, lo Stato ha regolarmente ridotto il suo deficit, facendolo scendere dal -5% del prodotto interno lordo (PIL) nel 2012 al -2,3% nel 2018. Ma, senza riuscire a generare surplus, il debito della Francia è aumentato di 6,8 punti, flirtando con il 100% del Pil (97,4% nel 2019).

Nello stesso periodo, i governi tedeschi hanno prodotto surplus di bilancio fino al 2% del Pil, consentendo di ridurre il debito pubblico di 21,1 punti, scendendo al di sotto del 60% del Pil (59,6% nel 2019).

Se oggi la diagnosi dei previsori economici sembra essere quella della fine della crisi, come non riprodurre gli slittamenti delle finanze pubbliche del periodo 2012-2019? Contrariamente a quanto sostiene Emmanuel Macron, il problema dei deficit cronici dello Stato francese non risiede nelle entrate troppo basse, ma piuttosto nelle spese troppo elevate.

Incapacità dei governi francesi di ridurre la spesa

Se i periodi di crisi giustificano un eccesso di spesa, cioè un deficit di bilancio, lo stesso non vale per i periodi di ripresa che devono vedere una riduzione della spesa. Questo è quello che ha fatto la Germania tra il 2012 e il 2019, con la spesa statale in aumento dal 48% al 44% del Pil, per entrate tra il 44 e il 46% del Pil, mentre nello stesso periodo la Francia ha avuto spese che sono aumentate dal 57% al 55% del Pil per ricavi pari a circa il 53% del Pil!

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Questo episodio storico evidenzia l’incapacità dei governi francesi di ridurre la spesa… anche durante periodi senza crisi. Di fronte a questo problema di controllo della spesa, è quindi essenziale ricordare che lo Stato in Francia è organizzato attorno a un contratto sociale in cui tasse significative danno accesso a benefici generosi. I contributi dovranno quindi essere commisurati al “diritti” ai benefici.

Tuttavia, a partire dal 1974, la sequenza dei deficit pubblici lo indica “diritti” le prestazioni sono state fruite senza che fosse stata rispettata la parte contributiva del contratto sociale. Sembra quindi legittimo chiedere ai beneficiari di questi “pagamenti in eccesso” ripagarli, almeno in parte. È giusto chiedere a chi inizia a lavorare oggi di ripagare lui invece che i propri genitori e nonni?

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