Frode carta carburante a Seneffe: licenziato un brigadiere municipale per 278 euro di benzina respinta dal Consiglio di Stato

Frode carta carburante a Seneffe: licenziato un brigadiere municipale per 278 euro di benzina respinta dal Consiglio di Stato
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Nel 2022, è stata scoperta un’importante frode sulle carte carburante all’interno del comune Chantier del comune di Seneffe. Uno dei brigatisti comunali aveva utilizzato la carta carburante comunale per scopi personali, frodando il Comune per diverse migliaia di euro.

Nell’ambito di questa massiccia frode è stato colto in flagrante anche almeno un altro impiegato del cantiere comunale che, tra marzo 2022 e maggio 2022, ha utilizzato tre volte la carta carburante per riempire il serbatoio del suo veicolo personale. Importo totale del danno: 277,84 euro.

Nonostante questa cifra, che potrebbe essere considerata irrisoria vista la frode totale dell’altro membro del personale, il comune di Seneffe aveva prima sospeso il brigadiere in questione per un periodo di 4 mesi prima di rassegnare le dimissioni dall’incarico nel giugno 2023. Motivo di ciò licenziamento oltre alla truffa: articoli 5 e 6 dello statuto amministrativo che indicano in sostanza che tutti i dipendenti, in particolare i membri della catena gerarchica, devono tenere un comportamento irreprensibile.

Le accuse di truffa a carico del brigadiere risalgono al 2022.

A seguito di questa decisione, il brigadiere che aveva più di 25 anni di esperienza nel cantiere comunale e che era in carica dal 2010 aveva avviato una procedura presso il Consiglio di Stato per ottenere l’annullamento di tale decisione ma la decisione è appena stata presa, è stato respinto.

Mai negato i fatti addotti

Fin dall’inizio, però, l’uomo non ha mai negato di aver fatto tre rifornimenti al suo veicolo utilizzando la tessera carburante comunale. La sua tesi secondo cui li avrebbe effettuati a titolo di risarcimento per precedenti rifornimenti con la propria carta bancaria per fare il pieno al serbatoio dell’auto comunale non è stata ascoltata.

Inoltre, ritiene sproporzionata la decisione assunta dall’amministrazione comunale rispetto alla truffa che ha riguardato “solo” poche centinaia di euro, ben poco rispetto ad altri colleghi.

Il Consiglio di Stato ha quindi respinto il ricorso del brigadiere e resta pertanto valido l’atto adottato dall’amministrazione comunale.

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