La nuova era del gruppo Canal+ secondo Maxime Saada – Image

La nuova era del gruppo Canal+ secondo Maxime Saada – Image
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In un’intervista rilasciata sabato a Le Figaro, il presidente del consiglio d’amministrazione di Canal+ Maxime Saada ha fatto il punto della situazione e dell’attività del gruppo che questo lunedì farà il suo debutto alla Borsa di Londra. «Misureremo il successo di questa introduzione entro due o tre anni», annuncia, atteggiandosi oggi a «super-aggregatore», riferendosi agli accordi del gruppo con Netflix, Apple TV, Paramount+ o addirittura Max. Una strategia “che porteremo avanti e amplificheremo”. Con l’ambizione di raggiungere “dai 50 ai 100 milioni di abbonati nei prossimi anni” (rispetto ai 27 milioni attuali in più di 50 paesi), il direttore sottolinea che “Canal+ non dipende più geograficamente dalla Francia, né da contenuti specifici, come la Ligue 1 nel passato.” Per lui, il centro di gravità del suo gruppo “si è spostato a livello internazionale (…) La lingua inglese assumerà più importanza” al suo interno. Sottolinea inoltre il fatto che Canal+ “è un campione francese e potenzialmente un campione del mondo”, essendo “gli unici (…) che possono pretendere di competere, anche umilmente, con le grandi piattaforme americane”. Ma per lui “non si sta facendo nulla per aiutarci”.

Ricorda così, alla rinfusa, l’imposta pagata al CNC aumentata di “diverse decine di milioni”, la scelta dell’ARCOM di escludere C8 dalla DTT o ancora l’indagine avviata dall’AGCM sulla diffusione e acquisizione di opere cinematografiche lavora nel settore della televisione a pagamento, mentre “gli accordi con il settore cadono a dicembre” e che “non conoscendo le rimostranze dell’Autorità garante della concorrenza, difficilmente riusciremo a siglare un nuovo contratto”, osserva il signor Saada. Riguardo al fatto di vedere aumentare la sua aliquota IVA dal 10 al 20%, il presidente del consiglio ha espresso la sua incomprensione: “la regolamentazione che ci viene imposta è quella della televisione lineare. E vorrebbero imporci la stessa aliquota IVA delle piattaforme”. Ma, dice, “stiamo cercando di trovare un terreno comune. Se non riusciamo a farlo, potremmo prendere in considerazione il contenzioso”. Infine, sulle conseguenze del ritiro di C8 da TNT, che comporta in particolare l’attuazione di un piano di uscite per 250 dipendenti, e l’annuncio del ritiro di 4 dei suoi canali a pagamento (Canal+, Canal+ Cinéma, Canal+ Sport e Planet), Maxime Saada si giustifica: “che senso ha restare su TNT, assumendosi tutti gli obblighi e i costi ad esso connessi, quando possiamo togliere un asset come C8 tramite una decisione incomprensibile? La nostra rete pubblicitaria è quindi molto indebolita (…) Purtroppo non abbiamo scelta. I tempi di questo piano sono legati a questa decisione e in nessun modo alla nostra IPO. Canal+ deve continuare a guadagnare in agilità e flessibilità. Lasciare TNT ci dà spazio di manovra”. In ogni caso, il gruppo Canal+ intende comunque continuare la collaborazione con il suo conduttore di punta Cyril Hanouna: “Ne stiamo discutendo. Nessun progetto è stato ancora finalizzato, ma vogliamo continuare la storia con lui”.

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