“Io, su TF1, in prima serata, per la casalinga… non ci credevo davvero”: JoeyStarr parla del suo ruolo di “Sostituto”

“Io, su TF1, in prima serata, per la casalinga… non ci credevo davvero”: JoeyStarr parla del suo ruolo di “Sostituto”
“Io, su TF1, in prima serata, per la casalinga… non ci credevo davvero”: JoeyStarr parla del suo ruolo di “Sostituto”
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L’ex rapper e attore di NTM Didier Morville, alias JoeyStarr, parla della seconda stagione di “Replacement”, trasmessa da lunedì 27 maggio su TF1. In questa serie interpreta il ruolo di un insegnante di francese in un liceo professionale determinato a lasciare il segno.

“The Sostituzione” ritorna per una seconda stagione su TF1

. Come è nata l’idea di rappresentare le tribolazioni di un insegnante di francese?

Inizialmente TF1 è venuto da me offrendomi una serie e il ruolo da protagonista. Ammetto che non ci credevo proprio: io, su TF1, in prima serata… vi ricordo che vengo dalla scuola “Fuck your mother”! Suonare per la casalinga, per me, non si poteva fare! All’inizio avevano in mente cose che mi lasciavano indifferente, come thriller o adattamenti. Mi sono infatti imbattuto in una notizia, la difficoltà di reclutare l’istruzione nazionale. E nel rapporto, una studentessa delle scuole superiori aveva come sostituto del suo insegnante di inglese, un insegnante di inglese che insegnava francese in Inghilterra…

E TF1 ne era convinto…

SÌ. I miei sogni erano un mix tra il “Circolo dei Poeti Morti” e la postura di Mel Gibson in “Arma Letale”: lui rappresenta la legge ma sfonda le porte con la testa e tutto finisce sempre bene. Sono stato un po’ sfacciato nel presentare questa idea, e poi eccoci qua…

La prima stagione è stata un successo di ascolti. Come ha reagito il corpo docente?

Onestamente, il feedback del personale docente stava andando nella giusta direzione. Nella serie si lotta per essere quanto più vicini possibile alla realtà e per trasmettere le cose in tono scherzoso, questo è il marchio di fabbrica della “Sostituzione”. Ho difficoltà a prendermi sul serio, almeno per più di dieci minuti. L’idea non è dire che possiamo fare meglio, ma raccontare la fatica ma anche la gioia di poter insegnare.

Hai partecipato anche alla scrittura.

Già sullo scenario. TF1 voleva portarmi nelle Indie Occidentali, ho detto loro visto il clima sociale, se è per fare una cartolina non mi interessa. Poi i dialoghi li ho fatti sul momento, li ho riadattati per adattarli al mio piede, per poter imporre i miei diktat su certe cose e, come direbbe il poeta, per stare a mio agio nella mia sporcizia.

Impatto dei social network, famiglia monoparentale, molestie, succede di tutto…

All’inizio era troppo parigino, qui siamo nelle Landes e cerchiamo di entrare in sintonia con la realtà, le interazioni con i genitori, i docenti, gli studenti, ma il mondo va più veloce di noi.

Clémentine Célarié, che interpreta il ruolo della preside, ha detto di aver trovato in te un fratello, di essersi “innamorata di te”…

Beh, sappilo, è reciproco! All’inizio Clémentine è stata tentata e siamo andati a trovarla per rassicurarla. Ci ha dato il ritmo fin dalla prima scena, abbiamo detto: “wow”, e non si è mai fermato. Il primo giorno del suo arrivo era il suo compleanno e, come con Stéphanie Murat – il regista ndr – non facciamo niente in mezzo, lo festeggiamo come si deve, anche se non la conoscevo.

Sei sensibile a chi critica la serie?

Non me ne frega niente. Parlo con chi vuole, non forza la mano a nessuno. Non ho alcun obbligo di acquisto fino ad esaurimento scorte! Non vivo negli occhi dell’altro. Un filosofo locale di nome JoeyStarr, che vive ancora in me, disse molto tempo fa: non voglio essere unanime, è troppo complicato, sono troppo pigro per questo.

Non ti stanchi di trasmettere questa immagine da cattivo ragazzo?

Dato che fa parte del gioco, non sento più niente. Quando ho firmato con la Sony circa trent’anni fa ho capito che mi stavo facendo prendere dal sistema, toccava a me saperlo giocare, sono ancora lì.

Come si comporta padre JoeyStarr nei confronti della scuola?

Sono molto felice che i miei tre figli abbiano integrato i codici scolastici, cosa che io non avevo raggiunto. Poi, in termini di istruzione nazionale, i meccanismi non ci sono. Ma un governo che dimentica che l’istruzione, le questioni sociali e la cultura hanno la precedenza su ogni altra cosa, manda i nostri giovani con i piedi per terra.

Firmi anche “il codice penale in slang” (Fayard), sei Me Morville, avvocato dei disonesti, e celebri San Antonio, Audiard, Blondin…

Sì, sono soprattutto loro e la sfrontatezza d’altri tempi, il linguaggio fiorito, canta! Sono cresciuto nel “93”, a 16 anni bazzicavo per Butte-Montmartre e sono sempre stato attratto da queste persone che riescono a fermare il tempo con i loro scambi non sempre simpatici. Mi piacciono termini come “sciatto” per avvocato, “scatola” per chi si mette le cose in culo per passarsele in sala visite, “aringa” per magnaccia… Per me ci siamo un po’ ispirati Karim Achaoui, il ex avvocato di Antonio Ferrara, c’è il distorto e c’è il giusto!

Sei in tour con il soundsystem JoeyStarr, ti manca la musica?

Ma mi permette di andare a sgranchirmi le gambe, signore! Suono con un gruppo di DJ, come Naughty J, uno degli ultimi NTM, e talvolta Cut Killer o Pone, e sono in totale improvvisazione. Come diceva la madre dei miei figli: “vai a mettere i tuoi impianti audio, sei pesante lì, giri in tondo”, riempie la mia iperattività. Il palcoscenico mi attira e lancio anche uno spettacolo. Essendo una persona ancora in costruzione alla mia età, tutte queste attività sono davvero un’ottima terapia.

La tua smodata passione per il rum ti ha spinto a creare il tuo brand…

Viaggiamo per trovare buone miscele di rum e poi sì, voglio avvelenarmi ma con roba buona! Ho anche una graphic novel in uscita a fine anno, su eventi storici legati al rum.

La Sostituzione, da lunedì 27 maggio su TF1, 20:50.

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