I conglomerati tecnologici annunciano investimenti di miliardi di dollari nell’intelligenza artificiale. Al di là del denaro, c’è un altro materiale molto ricercato in questo ambito, sono i dati.
Il termine “dati” ha realtà molto diverse. Si tratta di conoscenze ordinate e digitalizzate che costituiscono le basi documentarie utilizzate per educare i modelli di intelligenza artificiale. In questo modo gli algoritmi formulano risposte pertinenti sotto forma di testi, immagini o video.
Così, nelle ultime settimane, media come l’agenzia France Press con Mistral AI o Il mondo Con Openai hanno firmato accordi affinché le loro pubblicazioni partecipino alla formazione di questi grandi modelli linguistici (LLM).
Siamo tutti produttori di dati. Queste sono ad esempio le tracce digitali che lascia ciascuna delle nostre consultazioni online, i messaggi che scambiamo, la geolocalizzazione dei nostri viaggi, i nostri acquisti su Internet, le catture dei nostri oggetti connessi, le nostre interazioni sui social network, ecc.
Tutte queste informazioni, se raccolte e associate a un individuo, possono caratterizzare i suoi gusti, le sue opinioni, il suo stato d’animo e persino il suo stato di salute. Può quindi essere particolarmente invadente per quanto riguarda la nostra privacy.
Dal 1978, la Commissione Nazionale Informatica e Libertà (CNIL) è responsabile di garantire la conformità degli usi digitali alla normativa sulla protezione dei dati personali. Garantisce l’equilibrio tra il rispetto dei diritti fondamentali e la presa in considerazione dell’innovazione tecnologica, che per sua natura non è problematica.
La CNIL ha appena pubblicato il suo piano strategico per gli anni 2025-2028. Si tratta di una lettura interessante perché questa commissione è composta da un collegio di 18 persone di diverse competenze: accademici, parlamentari, magistrati, informatici, professionisti del settore privato.
Di fronte alle molteplici questioni poste dallo sviluppo tecnologico, la CNIL e i suoi 300 agenti hanno fatto delle scelte. I suoi assi prioritari sono:
- la tutela dei minori nell’universo digitale,
- rafforzare il ruolo di tutti nella sicurezza informatica collettiva formando e responsabilizzando gli utenti,
- lo sviluppo di sistemi di identità digitale nel rispetto della privacy,
- La promozione di un’intelligenza artificiale etica e rispettosa dei diritti.
Di fronte ad un’America e un’Asia che si deregolamentano facilmente, la Francia e l’Europa dovranno ora arbitrare tra un quadro giuridico sufficientemente protettivo dei diritti degli individui ma che non dovrebbe impedire l’emergere e lo sviluppo di attività innovative.
È un equilibrio difficile da raggiungere e che riguarda tutti noi, come consumatori o produttori di queste soluzioni tecnologiche.