In svantaggio di due gol rispetto alla fine del gioco, il PSG si è ribellato in modo incredibile ribaltando il Manchester City e vincendo alla grande (4-2). Uno sguardo alle prestazioni individuali dei parigini caso per caso.
Donnarumma: Il portiere italiano ha sicuramente subito due gol ma è stato comunque autore di una grande prestazione nella sua gabbia. Nel primo tempo è stato lui a tenere a galla il Paris di fronte ai tiri potenti di De Bruyne e Savinho. È andato vicino anche a impedire il primo gol ma ha dovuto arrendersi nonostante una doppia parata. Da allora in poi non fu più chiamato in causa se non con i piedi dove assicurava sempre o nell’aria dove mostrava una gradita autorità.
Giudice: Nel complesso senza Dembélé dalla sua parte anche se la coppia si è riformata nel finale di gara, il marocchino ha avuto un ruolo offensivo meno importante del solito anche se ha aumentato ancora una volta il avanti e indietro, ma ha usato più cautela. Ciò non gli ha impedito di segnare un gol, poi rifiutato, poco prima dell’intervallo o di regalare palloni interessanti, soprattutto sui cross lunghi. In difesa, a volte è stato un po’ leggero contro Savinho e ha dato un po’ di libertà a Grealish. Un incontro sobrio alla fine, lontano dalla brillantezza che solitamente ha.
Marquinhos: Tornato al centro della difesa, il capitano è entrato rapidamente in gioco ed è stato molto attento per tutta la partita. A volte dominato fisicamente, ha sempre fatto attenzione a difendere in modo pulito per non regalare un calcio di punizione o un rigore, soprattutto quando Savinho si è trovato in area in buona posizione. I Citizens giocavano regolarmente direttamente e lui era generalmente ben posizionato per bloccare questi contropiedi.
Là : Di fronte a un cliente come Erling Haaland, a volte ha avuto difficoltà a imporre il suo fisico e non sempre ha inquadrato bene l’imponente norvegese. L’ecuadoriano ha cercato di imporre la sua potenza o la sua velocità ma non sempre ci è riuscito, anche se è riuscito ad eseguire ottimi interventi vicino alla porta. Con la palla è stato molto semplice e quindi non ha commesso errori, ma a volte poteva essere limitante nella circolazione della palla.
Nuno Mendes: Il terzino sinistro ha vissuto ancora una volta una partita sulle montagne russe, soprattutto nella parte difensiva. Perché il portoghese è molto in colpa sul primo gol, travolto come un bambino da Akanji, e ancora molto coinvolto sul secondo, ma è riuscito anche ad un’ottima risposta su Haaland in area aperta prima dell’intervallo. Con la palla ha sicuramente sbagliato qualche ripartenza, ma è stato una soluzione preziosa per la sua squadra in uscita da dietro, sia passando che correndo. E nell’ultimo terzo del campo incideva con regolarità, al punto da finire da esterno. Ma i suoi errori difensivi costano caro.
Vitina: Come previsto, il piccolo portoghese è stato la sentinella del centrocampo del PSG e ha disputato la sua solita partita in cui ha gradualmente preso forza. Piuttosto sottotono nel primo periodo nonostante la sua consueta capacità di distribuire il gioco con calma, è stato soprattutto dopo l’intervallo, quando il Paris aveva bisogno di scatenarsi, che Vitinha ha dato tutta la sua misura. Partner ideale per dare il cambio ai difensori nelle ripartenze, molto presente nella ripresa pur lottando con le sue limitate risorse, è stato efficace anche nel recuperare palla e nel lanciare azioni offensive. La ciliegina sulla torta è stata questa fantastica punizione di Neves.
Fabian Ruiz: Posizionato come giocatore della staffetta sinistra, lo spagnolo si è subito calato nell’atmosfera della partita, soprattutto perché la sua precisione tecnica ha permesso al PSG di togliere palla da dietro e il suo tronco gli ha offerto la possibilità di coprire un’area ampia, di pressare o spingere il City Indietro. Non proprio acuto al limite dell’area avversaria, è stato comunque un prezioso relè nella circolazione della palla, ritrovandosi coinvolto in entrambi i gol. Da segnalare anche una grande occasione nel primo periodo, respinta da un exploit di Gvardiol sulla linea.
Zaire-Emery lo ha sostituito dopo l’ora e il giovane centrocampista è entrato posizione per posizione. In uno stile molto diverso da Ruiz, ha portato impatto nel recuperare palla, l’inglese ha scoperto il fenomeno, ma anche correndo in avanti con la palla tra i piedi che ha ferito la difesa avversaria. Un intervento molto carino alla fine.
João Neves: Anche se non avesse segnato con un colpo di testa impeccabile sul secondo palo che ha permesso al Paris di passare in vantaggio, il portoghese sarebbe stato un candidato molto credibile per il migliore in campo. Presentato come staffettista di destra molto libero, Neves è stato presente in quasi tutte le azioni, dispiegando un’energia pazzesca ai quattro angoli del campo. Sempre lì a molestare e lottare per recuperare la palla, ha poi indossato i panni di direttore d’orchestra per dirigere magistralmente il gioco, evitando gli avversari e tendendo trappole. Da parte sua tutto era giusto ed efficiente, perfino bello per la maggior parte del tempo. Una bellissima partita, di un giocatore che sarà molto amato.
Dotato: Per la sua prima partenza al Parc in Champions League, l’ala destra molto libera è entrata rapidamente in partita e nei primi minuti ha addirittura portato la sua squadra. Ispirato e d’impatto, pronto a incendiare lo stadio, si è poi un po’ perso nelle scelte ma non ha mai perso il filo della partita. Lo spreco nel suo gioco è logico ma il suo perpetuo desiderio di recuperare la palla così come di farla vivere e la sua attività permanente sono un veleno per l’avversario che non può lasciargli la minima libertà. Ha fatto male anche la sua ultima azione, uno splendido tiro sulla traversa che Barcola è riuscito a trasformare in gol.
Gonçalo Ramos lo sostituì e inizialmente fu molto ricercato come perno o in combinazione in ambiti complicati. I risultati logicamente non ci sono stati ma il portoghese non si è scoraggiato e ha continuato a proporsi. La prima occasione non è stata quella giusta nonostante un buon controllo, la seconda è finita in fondo alla rete dopo una bella sequenza dell’attaccante. Dalla voce del supersub perché sa come farlo così bene.
Lee: Posizionato in un falso punto ma scambiando regolarmente con i suoi compagni davanti, il sudcoreano ha provato ad animare l’attacco ma la sua avversione per la superficie avversaria è una vera preoccupazione in questa posizione e il suo desiderio di non perdere mai la palla a volte si rivolta contro di lui. Anche i suoi calci piazzati non sono stati molto interessanti, ma è stato prezioso in difesa, coordinando la pressione parigina.
Quella di Dembélé lo ha sostituito nell’intervallo e il City ha subito notato la differenza in termini di squilibrio. Evidentemente non al 100% come dimostra il modo in cui si è salvato in certe sequenze difensive, in compenso era un pericolo permanente in attacco. Gioca egregiamente il tiro sull’1-2, fermando la sua corsa da gol, mentre la sua percussione con la palla sulla destra è stata un calvario da gestire per la difesa avversaria. In un tempo e appena uscito dall’influenza, Dembélé ha fatto di tutto.
Barcola: Posizionato a sinistra, l’esterno parigino ha impiegato molto tempo nell’avvio della sua gara, attivo ma troppo timido quando si trattava di innescare azioni davvero destabilizzanti. Ma sullo 0-2 è stato lui e nessun altro a svegliare la sua squadra e l’intero stadio con una gara pazzesca conclusa da un perfetto cross all’indietro. Non scontento nel pareggiare, ha poi concluso bene, moltiplicando i tagli come se fosse finalmente lanciato. Finalmente la prestazione dell’innesco in Champions League?
Hernandez lo ha sostituito nel finale di gara e ha subito portato la sua durezza nei duelli. Con la palla ha cercato di giocare in modo semplice per non perderla.