Diciassette fornitori di energia elettrica e gas naturale sui 27 controllati dall’Agenzia per la repressione delle frodi (DGCCRF) nel 2023 avevano “clausole illecite o abusive” nei loro contratti, ha indicato mercoledì il servizio del Ministero dell’Economia.
“Lo spettacolare aumento dei prezzi di fornitura di energia elettrica e gas naturale avvenuto nel 2022 ha portato alcuni fornitori a rivedere le proprie condizioni contrattuali senza informare adeguatamente i consumatori.“, spiega la Direzione generale della concorrenza, dei consumatori e del controllo delle frodi (DGCCRF) in un comunicato stampa diffuso mercoledì 22 gennaio.
Dopo aver ricevuto “diversi rapporti“, il servizio del Ministero dell’Economia ha effettuato un’indagine nel 2023 e ha scoperto che i documenti contrattuali di due terzi delle 27 strutture controllate “presentava irregolarità“, di vario livello di gravità.
“Infrazioni più gravi”
L’indagine”ha consentito di individuare un numero relativamente elevato di violazioni, in particolare presso alcuni piccoli fornitori i cui documenti contrattuali non erano più aggiornati“, specifica l’organismo che rivendica un approccio”educativo“. Sono stati emessi undici avvertimenti. Ma “si sono riscontrate violazioni più gravi, soprattutto tra i fornitori nazionali e le grandi aziende locali“. Tra questi difetti, il “mancata rimozione delle clausole vessatorie già segnalate“nel corso di una precedente ispezione o anche di pratiche commerciali ingannevoli.
“Per questi fatti l’indagine ha dato luogo a quattro inibitorie e ad una multa di 20mila euro“, precisa la DGCCRF, senza nominare gli attori interessati. In generale, “clausole illecite sono state riscontrate più frequentemente nelle società di distribuzione locale (PMS), soprattutto nei territori in cui la concorrenza è quasi inesistente, che tra i fornitori nazionali“, osserva inoltre la Repressione delle Frodi.
O, “alcune clausole illegali rischiano di pesare sulla bolletta del consumatore“, si rammarica la stessa fonte, riferendosi alle condizioni generali di vendita di tre fornitori nazionali che “prevedeva che in caso di aumento di tasse o oneri da parte dei fornitori, conseguente ad una modifica legislativa o regolamentare, il costo aggiuntivo sarebbe stato fatturato al cliente, senza che fosse indicato che in caso di riduzione delle tasse queste sarebbero state detratte della fattura del cliente“. “Sono state inoltre rilevate clausole vessatorie relative alla risoluzione del contrattos”, indica inoltre la DGCCRF.
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