“La morte di questi uomini è la mia croce”

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Cappellano militare, paracadutista, cacciatore alpino, missionario in Ciad, ha avuto mille vite. Figura emblematica della Legione Straniera, dove prestò servizio per ventitré anni, pubblicò le sue Memorie.

Suo padre voleva che diventasse ufficiale di marina. Ma anche l’amore profondo e sincero che provava per la giovane donna con la quale voleva fondare una famiglia non resistette alla chiamata di Dio. La sua vocazione ha preso tutto. E quando, nel settembre del 1956, Yannick Lallemand entrò nel seminario di Poitiers, con il diploma di maturità in tasca, la sua unica certezza era che sarebbe diventato prete. « A quel tempo avevo appena 19 anni ed ero ancora indeciso sulla mia vera vocazione: sarei stato parroco? ? monaco ? missionario o cappellano militare ? Non potevo sapere che un giorno sarei stato tutti e quattro ! » Ma prima sarà un soldato.

Nel 1958, aveva 21 anni e decise di prestare il servizio militare in Algeria, dove suo fratello maggiore Guy, sottotenente della 1È reggimento caccia paracadutisti (RCP), era stato ucciso a capo della sua sezione due anni prima. Nella sua famiglia vandeana, profondamente cattolica e patriottica, il mestiere delle armi è una seconda natura…

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