Google ha rimosso questi 200 siti dalle sue ricerche per rispettare le sanzioni contro la Russia

Google ha rimosso questi 200 siti dalle sue ricerche per rispettare le sanzioni contro la Russia
Google ha rimosso questi 200 siti dalle sue ricerche per rispettare le sanzioni contro la Russia
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Google ha rimosso dai suoi risultati di ricerca più di 200 siti che distribuiscono contenuti sanzionati dall’UE. Questa decisione, presa su richiesta della Lituania, mira a limitare l’accesso ai canali russi vietati e ad altri portali che trasmettono illegalmente contenuti.

Crediti: 123RF

Dall’inizio del conflitto in UcrainaioUnione Europea ha rafforzato le sue misure per contrastare la disinformazione. Tra le azioni intraprese, quella blocco multimediale supportato dalStato russo ha giocato un ruolo chiave. Questi mezzi, accusato di diffondere propagandasono stati vietati in tutta l’UE, sia via satellite, IPTV o tramite siti web.

Per applicare efficacemente queste sanzioni, Lituania recentemente ha chiesto a Google Di ritirare risultati della ricerca più di 620 siti collegati a canali o portali vietati. Inizio Gennaio 2025la società ha annunciato di averlo fatto cancellati 201 sitisegnando un passo importante nella lotta contro l’accesso a questi contenuti. Questi siti includono canali autorizzati come Sputnik o Russia Today, ma anche portali che offrono contenuti illegalicome film piratati o canali IPTV senza licenza.

Google rafforza le sanzioni europee rimuovendo 201 siti

I dati ottenuti tramite il database Lumen rivelano che tra i siti interessati molti appartengono a media russi che utilizzano sottodomini prendere di mira i paesi come il FranciaGermania o Italia. Questi sottodomini, ad esempio “fr.sputniknews.com”, facilitano direttamente la distribuzione dei contenuti al pubblico locale. La rimozione di questi siti ne limita la visibilità e rende più complicato l’accesso per gli utenti Internet europei.

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Altri siti rimossi da Google sono più ambigui. Per esempio, alcune piattaforme ospitare un mix di contenuti : Canali russi vietati, ma anche programmi internazionali e anche ucraini. Questi portali, come InternTV, aggregano flussi IPTV e piratano anche contenuti popolari. Rimuovendo questi siti dai suoi risultati, l’azienda sostiene l’applicazione delle sanzioni europee, riducendo al contempo la portata dei siti collegati alla Russia. Queste azioni dimostrano che l’Unione europea vuole sempre di più ridurre la disinformazione mentre applica le sue sanzioni.

Fonte: Consiglio europeo

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