Come descritto da Nicolas Baygert in Il Liberoanche il liberale, al di là della sua iperattività, è a “setter dell’agenda”. Che inserisce i suoi temi, i suoi temi nell’agenda comune del Belgio. Per quanto vituperato come viene ascoltato, distributore di battute e proposizioni raramente tiepide, a volte scioccanti, la sua maestria nel suonare il pezzo nel jukebox del dibattito è rara, anche se ciò significa rasentare la saturazione. O per vederci “affascinato” O “inventato”quando spinge il cursore troppo lontano o troppo a destra per i suoi avversari.
La paternità, l’Arizona, il suo futuro,… Quello che Georges-Louis Bouchez non ha mai detto: “Da quando sono diventato padre, sono molto più sensibile”
Ultimo esempio fino ad oggi: la sua uscita, in La serasul suo modello politico ideale, che ignorerebbe un Ministero della Cultura (“Gli Stati Uniti non ne hanno uno, che non impedisca alla loro cultura di dominare il mondo”ha sostenuto). E da allora, come spesso accade, tutti hanno ascoltato i suoi commenti, fino al Parlamento, cosa che alla fine ha permesso loro di ancorarsi ancora di più nel dibattito pubblico.
GLB eccelle nell’inserire idee inizialmente ritenute irragionevoli in una zona di accettabilità, di banalizzazione. Questa è chiamata finestra di Overton. Ma anche i media (noi tutti, noi compresi), l’intera classe politica e la società civile contribuiscono, loro malgrado ma non sempre, a fare di questa finestra una… veranda di Overton.