Gilles Dreu, il cantante della hit “Alouette”, è morto

Gilles Dreu, il cantante della hit “Alouette”, è morto
Gilles Dreu, il cantante della hit “Alouette”, è morto
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JTi racconta di un tempo che chi ha meno di 20 anni, o anche meno di 30, non può conoscere. Quelli di un’epoca in cui Johnny Hallyday e Claude François non erano (ancora) ai vertici delle vendite discografiche. Un tempo in cui colui che batteva i giovani si chiamava Gilles Dreu. Era il 1968 ed era “Alouette”. Il successo della vita per il suo interprete, morto questo martedì 7 gennaio all’età di 90 anni.

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È stato il suo produttore, Pierre-Nicolas Cléré, ad annunciare la notizia all’Agence -Presse (AFP). Affetto da un cancro, che ha reso pubblico nel 2020, il cantante ha pubblicato nello stesso anno il suo sedicesimo e ultimo album in studio, Il contatore degli amiciche prevedeva duetti con Serge Lama, Fabienne Thibeault, Stone, Gérard Lenorman e Didier Barbelivien.

LEGGI ANCHE Didier Barbelivien: “Macron ha un lato da eroe romantico del XIX secolo” Gilles Dreu, se non avesse avuto la carriera pletorica di questi compagni di viaggio, avrebbe conosciuto i misteri del successo con “Alouette”, dunque. Un titolo nato sotto due bellissime stelle: quelle di Pierre Delanoë, paroliere di “Lacs du Connemara”, “L’Été indienne” o “Fais comme l’oiseau”, così come Norbert Saada, produttore di Jacques Brel, Léo Ferré e Carlo Aznavour.

“L’incontro di un’opera con l’esecutore”

Adattamento di una canzone argentina, “La peregrinación” di Ariel Ramirez (di cui riprende il testo foneticamente, “A la huella, a la huella”), il titolo, come ha spiegato Gilles Dreu Schnock nel 2023, è “l’incontro di un’opera con l’esecutore giusto e al momento giusto”.


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Risposta

Erano le barricate del maggio 1968, «un clima latinoamericano, un periodo rivoluzionario», ricorda. Con i baffi e il sigaro in bocca, Gilles Dreu (che ha scelto il suo nome in omaggio alla sua città natale, Dreux) evoca Che Guevara o Emiliano Zapata, un legame che non può che essere fruttuoso in questi tempi di rivolta. Insomma, è un uomo che si è trovato al posto giusto al momento giusto e che, senza dubbio suo malgrado, ha saputo catturare un certo spirito dei tempi.

LEGGI ANCHE Le confessioni di Sylvie Vartan, prima del suo addio al palcoQuell’anno furono vendute più di 150.000 copie del 45 giri “Alouette”. “Sono stato il primo francese, dopo Aphrodite’s Child e i Beatles”, si vantava. Sebbene abbia composto più di 200 canzoni nella sua carriera, non ripeterà mai questo successo unico e immenso. Jean-Paul Chapuisat, il suo vero nome, si è esibito un’ultima volta in Vandea, lo scorso febbraio. “Domani mattina non sarò più un cantante”, predisse allora. Più cantante, no: ma per l’eternità il cantante di “Alouette”.

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