I festeggiamenti di fine anno sono sempre un momento clou per la città di Dinan. Storicamente le luminarie attirano molti residenti locali, e talvolta anche da molto lontano. Dall’anno scorso, il mercatino di Natale non esiste più nel suo formato classico, come a Saint-Malo o Rennes, ma si è trasformato nel Villaggio delle Bolle Incantate.
Obiettivo: attirare persone nel centro città
Una posizione pienamente condivisa dal municipio: “Nel centro della città abbiamo 600 imprese”, sottolinea Dominique Orhant, consigliere comunale responsabile del commercio e dell’artigianato. E c’è tanto da acquistare per le feste, dai regali ai pasti. Il nostro ruolo è quindi quello di attrarre residenti da tutto il territorio, non necessariamente quello di aggiungere attività commerciali”.
La città dedica inoltre una parte significativa del suo bilancio agli eventi che si svolgono tutti i fine settimana di dicembre, la maggior parte dei quali, gratuiti, hanno attirato molto più del previsto: “al corteo dei vigili del fuoco, sul piazzale antistante la biblioteca, aspettavamo dalle 500 alle 700 persone, erano tra 1.000 e 2.000”
Un format che festeggia i suoi due anni
Un format che funziona bene, visto che gli abitanti di Dinan sono accorsi numerosi in occasione dell’inaugurazione delle luminarie e dei festeggiamenti. “Quest’anno abbiamo mantenuto lo stesso Village, ma ampliato l’area in modo che le persone possano spostarsi più facilmente, dopo il feedback fornitoci l’anno scorso, e installato tre food truck invece di due. Abbiamo anche ampliato la superficie delle installazioni, aggiungendo una renna e una slitta davanti al Théâtre des Jacobins e un albero alla stazione”, spiega l’eletto. Tanto da moltiplicare gli spot per le foto natalizie in famiglia, un grande classico. Per non parlare della vera novità, il trenino “che è stato un vero successo”: è stato frequentato da una folla di 1.000 bambini “soddisfatti” fin dal primo fine settimana, e successivamente ininterrottamente, anche durante la settimana.
Tempesta, potere d’acquisto: le cose non sono però rosee
Nei negozi, però, i risultati sono contrastanti: nonostante l’altissima affluenza, gli acquisti sono stati timidi, mentre il periodo delle vacanze di fine anno è
Un “momento importante per l’attrattività della città e per le imprese” poiché alcune di esse realizzano gran parte del loro fatturato in questo periodo, “a volte più che in estate”. Ma nonostante il caos della città, soprattutto tra Natale e Capodanno, i parcheggi pieni e le strade affollate, “la gente è cauta. Il calo del potere d’acquisto, l’inflazione, il prezzo dell’energia, il contesto politico… Siamo lontani dall’euforia”, lamenta Dominique Orhant, che tiene tuttavia a sottolineare che i commercianti “hanno giocato bene la partita”, decorando le loro vetrine per attirare i clienti.
Anche il tempo è arrivato a fare il guastafeste, poiché per due fine settimana, prima con la tempesta Darragh poi con la depressione Enol, il vento ha soffiato incoraggiando la gente a restare a casa. Un deficit notevole nei principali fine settimana festivi, “che purtroppo non verrà recuperato più tardi…”. Un punto sul quale però il Comune non può fare nulla. Anche i tre food truck sono stati interessati da questi episodi ventosi.
Per il prossimo anno, assicura l’eletto: ci sarà davvero un terzo anno in questo formato!
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