Accadrà, non accadrà? Nell’accampamento improvvisato allestito a tre ore di autobus dal primo paese e a dieci minuti di pick up dal distributore di benzina più vicino, la domanda brucia sulle labbra.
Alle 16:55, ora esatta a partire dalla quale i concorrenti sono stati invitati a smontare e montare la tenda per passare la notte prima di riprendere la corsa da dove si erano interrotti all’alba, Guerlain Chicherit (Mini ) è il primo a finire dopo quasi le sette. ore trascorse ad aprire la pista come uno schiavo di galera.
Poi le vetture si susseguono per parcheggiare in fila indiana: lo svedese Mattias Ekström, il saudita Yazeed al-Rajhi (Toyota), praticamente leader in questo preciso momento, seguito a ruota dal qatariota Nasser al-Attiyah (Dacia), poi gli altri Ancora.
Sainz sul tetto
E Loeb, in tutto questo? Ancora non c’è. Secondo informazioni frammentarie, l’alsaziano ha riscontrato problemi elettronici al suo Sandrider che lo hanno costretto a fermarsi più volte.
Ecco la Ford malconcia di Carlos Sainz parcheggiata. Una kit car, ma commovente sapendo che il vincitore uscente ha messo la sua Raptor sul tetto, perdendo quasi 50 minuti con la decappottabile.
Ventole rotte e motore surriscaldato
Loeb finisce per unirsi al campo. Quando esce dalla vasca mostra il volto delle brutte giornate. “È un problema della ventola, individuato già da luglio durante i test, ma a quanto pare non risolto”, afferma. Cosa vuoi che ti dica? È sempre così, abbiamo sfortuna…”
Il malfunzionamento che impedisce al motore di raffreddarsi per mancanza d’aria non è però fatale. Grazie alla compagna di squadra Cristina Gutierrez, che ha sacrificato la sua gara per aiutarlo, è riuscito a ripartire a pieno ritmo.
Alla fine, il suo impegno nei confronti dei migliori è stato limitato a mezz’ora – 33’33” dietro Al-Rajhi – che lo ha comunque mantenuto in partita. Ma dovrà già uscire da questa speciale “48 ore piane”, sapendo che mancano 350 km dei 960 da percorrere –, risparmiarsi le preoccupazioni e guadagnare tempo sui rivali.
Ma questa domenica, mentre il sole tramonta sulle montagne saudite, Sébastien Loeb ha voluto buttare via tutto, convinto di essere inseguito dallo scoumoune della Dakar che si è ostinatamente rifiutato di accettarlo.