dopo la presa di ostaggi da parte di un detenuto ad Arles, un sindacato invoca istituti specializzati

dopo la presa di ostaggi da parte di un detenuto ad Arles, un sindacato invoca istituti specializzati
dopo la presa di ostaggi da parte di un detenuto ad Arles, un sindacato invoca istituti specializzati
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Il giorno dopo la presa degli ostaggi nel carcere di Arles, il sindacato FO-Giustizia incontrerà lunedì il ministro della Giustizia e chiede strutture dedicate ai detenuti con disturbi psichiatrici.

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Venerdì 3 gennaio, per cinque ore, un detenuto del carcere centrale di Arles ha tenuto in ostaggio, sotto la minaccia di un coltello, cinque e poi quattro persone, membri dell’équipe medica e del carcere. È stato necessario l’intervento del Raid e dell’ERIS, unità speciali dell’amministrazione penitenziaria, perché il detenuto si arrendesse, dopo cinque ore di trattativa.lungo e complicato“, secondo le autorità.

Il detenuto, considerato “molto pericoloso“, sta scontando una pena di 18 anni dal 2015 per stupro sotto minaccia di armi. Età 37 anni e detenuto nel carcere di Arles dal 2023, questo sequestratore ha avanzato, con la minaccia, la richiesta di cambiare sede.

In un comunicato stampa, il Ministero della Giustizia ha indicato, il 3 gennaio, che “at questo stadio”, non avevanessun profilo psichiatrico”, non presentare “nessuna psicosi, nessun elemento psicotico“. D’altro canto, il detenuto di nazionalità della Guyana, “Fè stato oggetto di monitoraggio e supporto medico nel contesto di vari disturbi che possono insorgere durante la detenzione“, ha poi indicato il pubblico ministero.

Il pubblico ministero non è uno psichiatra“, risponde Jessy Zagary, portavoce regionale del sindacato FO-Giustizia, che afferma di aver ottenuto un parere completamente diverso dal personale della casa centrale di Arles. La sua organizzazione sindacale, che dovrà incontrare lunedì la nuova guardia di Sceaux, Gérald Darmanin, chiede la creazione di “classificazioni degli istituti per la gestione dei detenuti con disturbi psichiatrici in luoghi idonei“.

Gli attacchi con coltellate, tra detenuti o contro le guardie, sono all’ordine del giorno.”spiega Jessy Zagary, “gli agenti carcerari non sono formati né dotati di attrezzature, non sono infermieri psichiatrici”. Il sindacalista sostiene che questi prigionieri “le persone aggressive rovinano la pena di altri detenuti e li mettono in pericolo”, così come il personale penitenziario.

Menziona anche numerosi attacchi verbali.che sono stati nascosti sotto il tappeto“e attacchi fisici in costante aumento contro gli agenti carcerari, tra cui”le carceri sono gravemente carenti“.

Jessy Zagary cita come modello solo la prigione di Chateau-Thierry nell’Aisne stabilimento in Francia per dedicarsi, dal 1950, alla cura dei detenuti psichiatrici gravi e si chiede: “perché non moltiplicare questo tipo di stabilimento, che hanno formato il personale carcerario che lavora con le équipe mediche” ? La particolarità di questo carcere, come nessun altro, è il suo reparto sanitario dove medici e psicologi dell’ospedale psichiatrico curano i detenuti.

Per quanto riguarda il sequestratore di Arles, spetta ora agli esperti decidere, nell’ambito del procedimento legale, sulla realtà del suo stato psichiatrico.

Articolo scritto con la collaborazione di Adrien Gavazzi, giornalista di France 3 Provence-Alpes

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