Kristen Michal, 49 anni, è Primo Ministro dell’Estonia dal 23 luglio. È succeduto a Kaja Kallas, nominata Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza. Lunedì 16 e martedì 17 dicembre ha presieduto il vertice a Tallinn della Joint Expeditionary Force, una forza militare operativa al comando del Regno Unito, che dal 2018 riunisce Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, Paesi Bassi Bottom, Islanda e i tre Stati baltici (Estonia, Lettonia, Lituania). Visitando Parigi il 6 dicembre, ha risposto alle domande di Mondo.
L’Estonia, come gli altri paesi baltici, è molto legata alla NATO. Cosa ti aspetti dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca?
C’è da aspettarsi che Trump, come nel suo primo mandato, chieda agli europei di investire di più nella propria difesa. Da parte nostra il messaggio è stato ben accolto. Oggi spendiamo il 3,4% del nostro prodotto interno lordo per la difesa, il che ci pone al secondo posto, dietro alla Polonia, tra i membri europei della NATO. E questa percentuale continuerà ad aumentare: l’anno prossimo saremo intorno al 3,7%, e nel giro di due-tre anni supereremo il 4%, grazie soprattutto a ingenti acquisti di munizioni e armi a lungo raggio.
Perché tali investimenti?
Perché conosciamo il nostro vicino, la Russia. Per molto tempo gli estoni sono stati visti da molti come paranoici. Ci è stato detto: “Guarda come si sta evolvendo la Russia, ha adottato il capitalismo e alla fine diventerà democratizzata. » Non è successo. Siamo costantemente vittime di attacchi ibridi provenienti dalla Russia. La Russia rispetta solo la forza. Questo è il motivo per cui non possiamo permetterci di essere deboli di fronte a ciò. E questo vale innanzitutto per l’Ucraina, che deve avere i mezzi per costringere la Russia a sedersi attorno ad un tavolo negoziale. Solo così si potrà costruire una pace vera e duratura. La Russia deve essere costretta a negoziare, altrimenti invierà un pessimo segnale ai suoi alleati, come la Corea del Nord o l’Iran, che si sentiranno autorizzati ad attaccare i loro vicini e a cambiare i confini con la forza.
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