Assassinio di Inès nell’Haute-Vienne: la sera della tragedia

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Questo lunedì, 16 dicembre, il pubblico ministero di Limoges, Émilie Abrantes, ha tenuto una conferenza stampa per fare il punto della serata di venerdì 13 dicembre, durante la quale una ragazza di 15 anni è stata accoltellata a morte.

Il corpo di Inès, la più giovane di tre sorelle, è stato scoperto senza vita, intorno all’1,30 di domenica 15 dicembre, sull’Allée des Carrières, a Isle, nella Haute-Vienne.

Venerdì 13 dicembre, intorno alle 20,30, la madre di Inès si è recata alla stazione di polizia per denunciare la “inquietante scomparsa di sua figlia”, ha detto lunedì sera il pubblico ministero di Limoges. Sui social la sorella della vittima ha postato la foto della sorellina con la sua descrizione.

Il cellulare: un furto di telefono

Due ore prima, intorno alle 18, Inès era uscita di casa sostenendo di dover ritirare documenti relativi ad uno stage che stava svolgendo. L’adolescente non darà mai più alcun segno di vita. Il giorno dopo, la madre di Inès e la sorella maggiore menzionano il profilo Snapchat di un’adolescente con cui Inès parlava da alcuni giorni.

Dopo i primi scambi dietro lo smartphone, l’adolescente si dà appuntamento venerdì sera, alla fermata dell’autobus, vicino al dojo cittadino.

Identificato e ascoltato come testimone sabato alle 19:50 sulla scomparsa di Inès, è stato subito messo in custodia dagli investigatori della direzione interdipartimentale della polizia nazionale (DIPN 87) ai quali sono state affidate le indagini .

Gioca a calcio il giorno dopo l’incidente

“L’imputato ha subito ammesso di essere coinvolto nella morte di Inès”, ha spiegato il pubblico ministero. Ha ammesso di averla incontrata venerdì alla fermata dell’autobus, prima di spiegare agli investigatori che aveva intenzione di rubarle il telefono. Per attirarla finse di volerle fare un regalo da parte di un amico. Prima di portarla “in un bosco vicino” mentre teneva in tasca un portagioie e un coltello “per intimidirla”, secondo lui.

Lì questa adolescente, secondo la Procura, tenta di rubare il telefono, si dibatte e cerca di chiamare aiuto la sorella. In preda al panico, le ha procurato, “per paura che desse l’allarme”, una quarantina di coltellate al collo, sotto il seno sinistro e alla schiena, “alcune delle quali profonde”.

Fugge, getta il telefono di Inès in una cantina e torna a casa. Secondo le nostre informazioni, il giorno dopo i fatti, sabato pomeriggio, l’adolescente si è unito alla sua squadra di calcio per giocare una partita.

“L’ho visto, era come al solito, né arrabbiato né teso. E’ un ragazzo gran lavoratore, un po’ ottimista in campo, ma di cui non si è mai parlato”, testimonia il presidente del club, “stupito e sorpreso” dalle gesta commesse dal giovane.

Informazioni giudiziarie aperte

Sulla scena è stato trovato un portagioielli e un coltello da cucina dietro una roccia vicino al corpo della ragazza.

Martedì mattina verrà effettuata l’autopsia sul corpo di Inès per «determinare con certezza la causa della morte», ha spiegato il procuratore. Questo lunedì pomeriggio è stata aperta un’inchiesta giudiziaria per “rapina con violenza con conseguente morte”.

L’adolescente è stato presentato ieri a fine giornata davanti al gip e la procura ha chiesto la sua custodia cautelare.
La famiglia, che “non vuole parlare”, ha già fatto sapere di non volere una marcia dei bianchi. Domenica è stata lanciata una raccolta fondi per “l’organizzazione del suo funerale”. Sono stati raccolti 8.000 euro.

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