La serata dei Golden Globes che si è svolta domenica sera è stata segnata in particolare dall’incoronazione di “The Brutalist”, ritratto di un architetto sopravvissuto alla Shoah che cerca di ricostruire la sua vita negli Stati Uniti, che ha ottenuto tre statuette.
“The Brutalist” ha vinto una tripletta molto prestigiosa: miglior film drammatico, miglior regia per Brady Corbet e miglior attore per Adrien Brody.
Con un tale raccolto, questo film di 3 ore e mezza, acclamato come un capolavoro e già elevato dalla critica al rango di grandi classici come “”, consolida il suo status di peso massimo agli Oscar.
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Nel cuore di una Hollywood in cui gli studios spesso influenzano la creazione, Brady Corbet ha colto l’occasione per rivolgere un appello a favore dell’indipendenza dei registi.
“Nessuno voleva un film di tre ore e mezza su un designer della metà del secolo su pellicola da 70 millimetri, ma funziona”, ha insistito, sostenendo che il “montaggio finale” dovrebbe sempre andare al regista.
Il suo grande concorrente, il thriller papale “Conclave”, ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura, per il suo tuffo nelle lotte di potere del Vaticano durante l’elezione di un nuovo papa.
Il film “The Brutalist”, che dura più di tre ore e mezza, ha vinto il premio come miglior film drammatico superando il film biografico su Bob Dylan “A Complete Unknown”, il thriller papale Conclave, il film epico di fantascienza “Dune: Part Two”, “Nickel Boys” (un film sulle tensioni razziali nei riformatori) e “5 settembre”, che ripercorre il massacro degli atleti israeliani da parte di terroristi palestinesi durante le Olimpiadi di Monaco del 1972.
L’attore americano Kieran Culkin posa con il premio come miglior attore non protagonista in un film per A Real Pain nella sala stampa durante l’82esimo Golden Globe Awards al Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills, California, il 5 gennaio 2025. (Credito: Robyn BECK/AFP)
Kieran Culkin ha vinto il premio come miglior attore non protagonista per la sua interpretazione nella insolita commedia di viaggio di Jesse Eisenberg “A Real Pain”, su cugini americani non corrispondenti che ripercorrono la storia della loro famiglia durante l’Olocausto.
Nella categoria migliore commedia o musical, il narco-musical surrealista Emilia Perez – che racconta la storia di un signore della droga messicano che si sottopone a un intervento chirurgico per vivere come una donna – ha vinto affrontando “Anora”, “Challengers”, “A Real Pain”, “La Sostanza” e “Il Malvagio”. L’opera rivoluzionaria di Jacques Audiard se ne va con quattro trofei in totale.
Gal Gadot ha consegnato un premio poco dopo aver pubblicato un messaggio su Instagram sulla sorte di Liri Albag e degli altri ostaggi.
Durante la cerimonia sono stati notati diversi gesti silenziosi di solidarietà con la causa palestinese, tra cui le spille Artists4Ceasefire indossate dall’attore australiano Guy Pearce e dallo sceneggiatore americano Justin Halpern.
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