Quando si parla di energia, “ i nostri vicini tedeschi […]tra 5 anni saranno davvero da un’altra parte“, ha confidato con entusiasmo il segretario nazionale degli ecologisti Marine Tondelier, in Francia il 3 ottobre 2023. Qualche mese prima, la Germania, ambiziosa, aveva anticipato l’obiettivo di chiudere le sue centrali elettriche a carbone fino al 2030. da parte sua, Aymeric Caron – da quando, nel marzo 2023, era più interessato al destino della Francia che a quello della Palestina – criticò in commissione scelta parlamentare di rilancio del nucleare, quindi” che dovremmo invece seguire l’esempio tedesco ». Il giorno dopo, predisse che la Germania sarebbe stata “presto senza carbone » e misant « sulle energie rinnovabili ». Appena un anno dopo, la vicenda sembra essere molto compromessa per Berlino e i suoi dintorni Transizione energetica.
La colpa è del vento. O meglio, la sua assenza, notata nelle ultime settimane. E anche colpa del tempo uggioso e della mancanza di sole, velato da uno spesso strato di nubi che rende praticamente inutilizzabili i pannelli fotovoltaici. In assenza di produzione da parte del suo parco di energie rinnovabili, i prezzi dell’elettricità in Germania sono letteralmente esplosi tra l’11 e il 13 dicembre, arrivando fino a 936,28 euro per megawattora, il tutto spinto dal forte consumo di carbone e gas – in media più del 70% della del mix elettrico nel periodo, nonché il massiccio ricorso alle importazioni. Attraverso le sue decisioni antinucleari, la Germania è diventata la palla energetica (e quindi ecologica) dell’Europa. Dimostra che le lezioni morali dei partiti ambientalisti non sono tutto.
E i partner internazionali della Germania cominciano a farlo sapere. Non la Francia, che soffre di una riconosciuta mancanza di combattività nei confronti del suo vicino d’oltre Reno e che constatiamo quotidianamente…
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