Era uno dei volti di un movimento che non voleva averci niente a che fare. Durante la rivolta dei “gilet gialli”, Christophe Chalençon si è ritrovato tra i leader della protesta. Questo fabbro del Vaucluse era stato il primo a far sentire la voce di ciò che non veniva ascoltato, protestando contro l’aumento del prezzo del carburante che stava strangolando le popolazioni rurali. Era stato addirittura invitato a Matignon per discutere con i ministri francesi.
L’ex leader del movimento è morto mercoledì 11 dicembre, ha riferito France Bleu. Il fabbro aveva 58 anni ed era malato di cancro. Ha lanciato una lista per le elezioni europee, che ha raccolto solo pochi voti.
Condanne del tribunale
Dopo aver portato la voce dei “gilet gialli”, Christophe Chalençon ha dovuto affrontare la giustizia per commenti e minacce rivolte ai leader politici, in particolare al presidente della Repubblica Emmanuel Macron e al ministro della Sanità Olivier Véran.
Ha minacciato anche un giornalista Provenza che aveva scritto un articolo su di lui. Nel 2023 è stato condannato a otto mesi di prigione. È stato processato per 27 reati, sempre legati ai suoi discorsi durante la rivolta cittadina.
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