l’essenziale
Missili da crociera ipersonici Zircon (Mach9, portata 1.000 km), ma anche missili Kalibr e Onyx… La Russia ha annunciato martedì di aver lanciato questo arsenale durante esercitazioni nel Mediterraneo orientale, da fregate e da un sottomarino d’attacco. Con quale obiettivo per Vladimir Putin? L’analisi di Guillaume Ancel, ex ufficiale e cronista di guerra sul blog “Ne pas être”.
Quale messaggio vuole inviare la Russia al Mediterraneo orientale?
Nel periodo attuale, queste riprese di allenamento assomigliano molto alle riprese dimostrative. Si tratta infatti della vecchia politica delle cannoniere, rivista e modificata da Vladimir Putin, tranne per il fatto che non spariamo più con i cannoni per dimostrare che abbiamo una potenza navale significativa, ma lanciamo missili da sottomarini, barche e aerei. Si tratta quindi di una forma di avvertimento perché ovviamente i russi hanno molte difficoltà a inviare rinforzi significativi in Siria per sostenere il loro alleato Bashar al-Assad. A mio avviso, Putin aveva fatto di tutto per innescare, per interposta persona, un secondo fronte in Medio Oriente con l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e il coinvolgimento degli Hezbollah libanesi, nel nord, contro Israele. Questo per costringere gli americani e i loro alleati a ridurre i loro aiuti militari all’Ucraina a beneficio dello Stato ebraico. Ma in questo caso, questo secondo fronte si rivolge contro di lui oggi, in Siria.
Leggi anche:
Guerra in Ucraina: programma nucleare, forze armate… entra in vigore l’accordo tra Russia e Corea del Nord, cosa contiene?
Secondo lei l’offensiva jihadista di Hayat Tharir al-Sham (HTS) e dei suoi alleati andrebbe quindi oltre i soli interessi turchi?
Ovviamente. Tutti i gruppi di opposizione hanno unito le forze per cercare di rovesciare il regime, in un momento in cui, con molta discrezione, la Russia aveva ritirato la maggior parte delle sue forze di stanza lì, preservando soprattutto la base navale di Tartous e i suoi aerei. Tuttavia, senza dubbio, sono riusciti a farlo solo grazie all’intelligence americana, capace di vedere che le capacità russe in Siria erano estremamente limitate, indebolite dalla mobilitazione in Ucraina. Inoltre, va notato che questa offensiva è arrivata subito dopo il ritiro degli Hezbollah che si trovavano ad Aleppo ed esattamente il giorno dopo il cessate il fuoco in Libano. Vladimir Putin si trova improvvisamente ad affrontare un capovolgimento della situazione perché tutti questi alleati soffrono dell’assenza di capacità militari russe disponibili. Ma per Mosca la Siria non deve cadere e questi missili ce lo ricordano.
Il 21 novembre, la Russia ha lanciato per la prima volta sul Dnipro, in Ucraina, un missile balistico Orechnik – con una gittata di 5.000 km, capace di trasportare sei cariche e presumibilmente in grado di volare a 12.000 km/h. Vladimir Putin si vantava di poter colpire ovunque in Europa con quest’arma. Ha una “diplomazia missilistica” con diversi messaggi graduali?
L’Orechnik è un po’ diverso. Invia due messaggi. Il primo, ormai ci siamo abituati. Si tratta di ricordare che la Russia ha una capacità nucleare ma, ripetendolo, non si sente più parlare. E poi, l’altro messaggio è proprio quello della diplomazia missilistica: “Appena non sono contento, ti lancio dei missili”. Tuttavia, è paradossalmente un’ammissione di debolezza essere pronti a sacrificare un Orechnik, vale a dire un missile “mirved”, capace di trasportare diverse cariche nucleari o di altro tipo, e che costa diverse decine di milioni di dollari per inviare questo “messaggio”. ma non facendo altro che missili “classici”.
Per quello ?
Perché i missili non sono armi di saturazione. Hanno carichi di 400, 500 kg, l’equivalente di una classica bomba aerea. I russi ne hanno già utilizzati migliaia senza mettere in ginocchio l’Ucraina perché non permette la concentrazione degli incendi. Ciò provoca danni materiali e psicologici, notevoli distruzioni, è davvero impressionante se colpiamo un obiettivo con un alto valore aggiunto e simbolico, come ha fatto Israele uccidendo Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah, nel suo bunker… Ma lo vediamo per due anni, in Ucraina, questo non ha cambiato la situazione. È una lettera minacciosa che non metterà in ginocchio né l’Ucraina né l’opposizione in Siria. E rivela anche che in realtà, soprattutto in Siria, i russi non hanno truppe da inviare sul terreno.