Sessantenne deve restituire 9 miliardi di dollari per sfuggire alla pena di morte

Sessantenne deve restituire 9 miliardi di dollari per sfuggire alla pena di morte
Sessantenne deve restituire 9 miliardi di dollari per sfuggire alla pena di morte
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L’antico dirigente del gruppo immobiliare vietnamita Van Thinh Phat, Truong My Lan, a vu sa condanna a morte confermata in appello il 3 dicembre. Riconosciuto colpevole di aver orchestrato una massiccia frode bancaria, si dice che abbia sottratto quasi 27 miliardi di dollari (25 miliardi di euro), il che costituisce il più grande scandalo finanziario nella storia del Vietnam. Personalmente si sarebbe arricchita di 12 miliardi di dollari (11,4 miliardi di euro), secondo le autorità.

Ergastolo

Truong My Lan, 68 anni, potrebbe comunque evitare la pena capitale raccogliendo 9 miliardi di dollariovvero il 75% dei fondi sottratti, in conformità con la legge vietnamita. Se questa somma venisse restituita, la sua pena sarebbe commutata in ergastolo. Tuttavia, secondo I tempilo sottolineano i suoi avvocati la minaccia di esecuzione complica notevolmente la vendita delle sue proprietà e dei suoi beni al valore equo, limitando la sua capacità di rimborsare le somme richieste. Hanno chiesto l’immediata conversione della pena in ergastolo, ritenendo che questa misura faciliterebbe la liquidazione del suo patrimonio, che ritengono sufficiente a coprire il risarcimento richiesto.

Scandalo storico

Il tribunale di Ho Chi Minh City, tuttavia, ha respinto questa argomentazione e ha confermato la sentenza, affermando ciò“nessun motivo” non giustificava una riduzione della pena pronunciata in primo grado. Il Tempo Finanziario riferisce che ilI giudici hanno insistito sulla gravità dei fatti, in particolare sui danni subiti da decine di migliaia di risparmiatori che avevano affidato i propri risparmi alla Saigon Commercial Bank (SCB), una banca segretamente controllata da Truong My Lan attraverso una complessa rete di società di comodo. Questi investitori hanno visto i loro fondi scomparire in una massiccia frode comportante l’emissione di obbligazioni fittizie per un periodo di dieci anni.

Questo scandalo, di proporzioni storiche, ha causato un’onda d’urto nell’opinione pubblica vietnamita, portando a manifestazioni insolite, tollerate dal regime comunista. Ha anche evidenziato corruzione sistemica che affligge il settore bancario del paese. SCB, controllata per oltre il 90% dal gruppo Vạn Thịnh Phát, era al centro di questo schema fraudolento.

Cento avvocati

Durante il processo d’appello, che ha mobilitato più di cento avvocati nell’arco di un mese, Truong My Lan ha espresso il suo rimorso: “Penso solo a ripagare il mio debito con la banca centrale e il popolo vietnamita”ha dichiarato a novembre davanti ai giudici. Ha aggiunto secondo la BBC: “Mi vergogno profondamente di essere accusato di questo crimine” e ha implorato i giudici di riconsiderare la sua sentenza. Essa proponeva di liquidare la SCB e di vendere i suoi attivi per rimborsare gli importi dovuti.
Nel mese di ottobre, in un caso separato ma correlato, Truong My Lan era stato precedentemente condannato all’ergastolo per riciclaggio di denaro, frode e trasferimenti illegali di fondi all’estero. Questa serie di processi fa parte di una campagna anti-corruzione senza precedenti guidata dal Partito comunista vietnamita, volta a ripristinare la fiducia del pubblico e a ripulire il clima economico. Altre indagini sarebbero in corso per individuare i complici di questa colossale truffa.

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