Alla fine del 47e edizione della Fiera del Libro di Montreal, la domanda sorge spontanea. Tariffa ridotta per l’acquisto di un passaporto plurigiornaliero, accesso gratuito il mercoledì e il giovedì su presentazione di una tessera di abbonamento ad una biblioteca della città di Montreal, attività di collaborazione tra circoli letterari ed educativi, sessioni di dibattito sulle dediche abituali, brigata di poesia al Mont- Stazione metropolitana Reale… i coordinatori della programmazione hanno fatto di tutto per suscitare l’interesse di un pubblico multigenerazionale e volubile. Concentrandosi su diverse attività letterarie, la direzione dell’evento ha adempiuto al proprio mandato che consisteva, in parte, nel rendere accessibili i libri dell’editoria francofona del Quebec e della più ampia Francofonia. Un mandato che il governo del Quebec sembra aver abbandonato negli ultimi mesi. Perché dirà che non gli appartiene. Perché ha voltato pagina.
Tuttavia, per garantirsi la sopravvivenza in mari ancora troppo sconosciuti, il mondo letterario cerca disperatamente un’ancora di salvezza: quella del sostegno della popolazione e del governo.
Un contenitore senza nuovi contenuti
Il Quebec si è recentemente dichiarato a favore di un’incredibile austerità per quanto riguarda la fornitura di nuovi corpora letterari e risorse documentarie nelle biblioteche del CEGEP. Queste misure draconiane sono passate sotto silenzio in seguito ai tagli di bilancio allo sviluppo delle infrastrutture post-secondarie. In un mondo in cui la crisi immobiliare persiste e dove l’inflazione galoppante dei costi alimentari accelera ogni settimana, è diventato saggio per i leader della nostra provincia tagliare anche ciò che nutre l’immaginazione degli studenti.
Insomma, ci viene chiesto di investire in un contenitore senza nuovi contenuti. Questi stessi politici sono impegnati, ci viene detto, al successo accademico, che garantisce un’integrazione professionale di successo nel mercato del lavoro o una facile transizione all’università. Probabilmente perché il prezzo medio di un libro in Quebec si aggira intorno ai 20 dollari, una spesa probabilmente troppo elevata e che non rifletterebbe i valori conservatori del governo.
È un errore dare per scontata l’accessibilità dei libri in una società che vuole aprirsi alla cultura letteraria e scientifica.
L’Indagine del Quebec sulla scoperta dei prodotti culturali e della tecnologia digitalenella sua versione più recente, del 23 settembre 2024, è categorico in questo senso: la consultazione fisica nelle librerie, nei negozi o nelle biblioteche è al terzo posto (64%) dei mezzi utilizzati per scoprire libri dagli internauti di 15 anni e più in Quebec . La reperibilità dei titoli dipende quindi, tra l’altro, dai luoghi in cui si trovano le opere disponibili. Per la fascia d’età dai 15 ai 29 anni la statistica sale al 70%.
Intendiamoci: privare i giovani di questo accesso costituisce un ostacolo alle scoperte letterarie e, in ultima analisi, allo sviluppo delle loro capacità di lettura. Questo approccio significa anche che riteniamo accettabile rallentare gli studenti nell’avventura della ricerca documentaria, anche se è così imperativo in un ambiente pre-universitario.
Gesti che scompaiono
Il libro e la sua materialità svolgono un ruolo di mediazione nell’esplorazione letteraria. Passeggiare in una biblioteca, curiosare tra gli scaffali, cercare alla cieca un titolo, confrontare edizioni di classici, annusare il profumo delle pagine nuove di un libro appena ritrovato, spezzare la rilegatura, sfogliarlo furtivamente per assaporarne la fine, sono gesti che sembreranno, se non lo hanno già fatto, d’ora in poi obsoleti agli occhi della generazione di domani. L’inserimento dei titoli nei motori di ricerca servirà come sostituto meccanico della passeggiata romantica. Dopotutto, agli occhi del governo, che senso ha sviluppare l’apertura verso gli altri e il pensiero critico attraverso la lettura di documenti tangibili se la casualità capitalista può sostituirla?
Sembra che dimentichiamo presto che leggere su carta permette alle persone di prendersi una pausa dall’iperconnettività che le lega ciecamente ai riflessi automatizzati quotidiani. Così facendo, sembriamo dimenticare che i corsi di letteratura negli istituti post-secondari costituiscono un luogo sicuro per nutrire questo appetito. È in questi luoghi sacri che la visita a lontani universi immaginari, la capacità di sognare un po’, è ancora possibile.
Questa eccitazione rimane ben nota agli adulti, ma è minacciata tra i più giovani. Attraverso queste nuove misure, trasmettiamo agli studenti, già impantanati nei loro corsi, il messaggio che i libri non sono degni di essere acquistati e che, in definitiva, il loro acquisto non ha più alcun posto negli istituti scolastici pre-universitari.
Per la società del Quebec, la lettura resta una questione di valori. È giunto il momento di parlare a favore del nostro patrimonio culturale e letterario, che possiede una ricchezza senza pari. È qui che devi investire.
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