Un tribunale guineano ha condannato lunedì 2 dicembre 2024 Amadou Damaro Camara, ex capo del Parlamento e vicino all’ex presidente Alpha Condé, deposto da un colpo di stato militare nel 2021, a quattro anni di prigione per “distrazione e arricchimento illecito”ha osservato un giornalista dell’AFP.
Amadou Damaro Camara, funzionario del Raggruppamento del Popolo di Guinea (RPG) del presidente Condé, presidente dalla fine del 2010 fino alla sua caduta nel 2021, è stato processato per appropriazione indebita di fondi pubblici, arricchimento illecito, riciclaggio di denaro e corruzione. Era detenuto dall’aprile 2022.
Il tribunale per la repressione dei reati economici e finanziari (Crief) lo ha condannato a quattro anni di carcere e ad una multa di dieci milioni di franchi guineani (1.102 euro), secondo la sentenza pronunciata da questo tribunale.
È accusato di non aver realizzato un progetto per costruire una nuova sede dell’Assemblea nazionale e di aver utilizzato il denaro sborsato per altri scopi, secondo l’accusa.
Crief ha anche condannato uno dei coimputati di Camara, Michel Kamano, questore dell’Assemblea all’epoca dei fatti, processato in contumacia, a cinque anni di carcere e ad una multa di 4 miliardi di franchi guineani (441.014 euro). Nei suoi confronti è stato emesso un mandato di arresto internazionale.
I due imputati dovranno inoltre risarcire in solido allo Stato guineano 5 miliardi di franchi guineani (551.267 euro).
Jin Sun Chenget, un altro coimputato del signor Camara, la cui società avrebbe dovuto partecipare alla costruzione della nuova sede dell’Assemblea nazionale, ha ricevuto un anno di prigione, oltre ad una multa di 10 milioni di franchi guineani.
La corte ha assolto un terzo co-imputato, Zenab Camara, all’epoca vice del signor Kamano.
Ha inoltre ordinato la revoca dei beni sequestrati dell’ex capo del Parlamento Amadou Damaro Camara.
Il generale Mamadi Doumbouya, che ha rovesciato Condé con i suoi uomini e da allora è stato insediato presidente, ha promesso di ricostruire uno Stato minato dalle divisioni e dalla corruzione ritenuta endemica. Ha assicurato che non ci sarebbe stato “caccia alle streghe” ma ha proclamato la lotta alla corruzione come missione primaria.
Inizialmente la giunta si era impegnata, sotto la pressione internazionale, a cedere il posto ai civili eletti entro la fine del 2024. Da allora ha fatto sapere che avrebbe infranto la sua promessa.
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